Army of the Dead, Zack Snyder: «Politicizzare una pandemia? Scherzavamo, poi...»

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Prendi i soldi e scappa, ma occhio agli zombie. In un’insolita Las Vegas un esperimento di laboratorio trasforma in morti viventi gli esseri umani. Confinata entro spesse mura la città del peccato si trasforma in un habitat favorevole alla nuova specie. I non morti però sono più vivi degli uomini, e si organizzano in branco, con gli Alpha a capo dei più deboli. «Sono più umani di noi, non vanno gli uni contro gli altri cercando di fregare il prossimo» racconta il regista Zack Snyder. Reduce dalla battaglia per portare sullo schermo la propria versione della Justice League (la #SnyderCut, così ribattezzata dai social che gli hanno dato nuova vita, e che hanno aiutato a sbloccare i finanziamenti per il completamento dell’opera incompiuta) Snyder ha raccontato anche di come una pandemia possa essere politicizzata: «Abbiamo girato tutto prima dell’esistenza stessa del Covid-19. Pensavamo fosse folle, e divertente, che i politici potessero giocare con una cosa del genere, salvo poi scoprire che non era poi così tanto una follia. Però credo possa essere catartico. I film zombie sono un ottimo modo per rappresentare un'epoca, e il commento sociale è in sostanza che siamo noi i mostri del film, e che i film horror, al loro massimo, possono aiutarci a analizzare meglio la realtà che ci circonda».
Army of the Dead arriva su Netflix dal 21 maggio.
(Servizio a cura di Eva Carducci)