Mostra del Cinema di Venezia, il nostro racconto dalla Laguna

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Nel segno del coraggio e della Napoli di Edoardo De Filippo arriva in concorso al Lido per l'Italia 'Il Sindaco del Rione Sanità' di Mario Martone che torna a Venezia dopo Capri Revolution lo scorso anno. Coraggio da parte del regista napoletano perché quest'opera teatrale dal forte impianto etico all'interno della malavita napoletana fece discutere già all'epoca della sua prima uscita nel 1960.

Ma questa volta è anche più coraggiosa ambientata, come è, nella contemporaneità, una cosa che stride anche più forte e sa di favola. Il problema è: può esistere davvero un personaggio rispettato dalla malavita come un boss (esattamente un capo rione della Camorra), ma con un animo gentile e con la voglia di cambiare il mondo? E ancora il protagonista del film, basato sull'omonima commedia in tre atti scritta e interpretata da un De Filippo ultra settantenne, Antonio Barracano, ovvero il «sindaco» del rione Sanità, nel film di Martone ha invece il volto di un tonico e palestrato quarantenne (Francesco Di Leva).

Per il resto piena aderenza filologica da parte del regista del testo originale de 'Il Sindaco del Rione Sanità' tranne nel finale in cui Martone preferisce una versione ancora più etica, si potrebbe dire cristologica. Che succede nella pièce? Antonio Barracano, 'uomo d'onorè governa il quartiere a modo suo rispondendo a un proprio codice etico basato su una 'saggià amministrazione della violenza. Il suo motto è: «proteggo l'ignoranza» convinto, come è, che questa è la principale causa della violenza. Lui è insomma un boss-giudice, rispettato che vive in una lussuosa villa con piscina insieme a moglie (Daniela Ioia), figli e Fabio Della Ragione (Roberto de Francesco), suo alter ego medico capace di ricucire qualsiasi criminale ferito. Ma Barracano, raddrizzatore di torti per eccellenza, detentore di un sapere antico, unico, incontestabile che lo rende sempre pronto ad agire senza alcuna remora un giorno riceve Rafiluccio Santaniello (Salvatore Presutto), figlio di un facoltoso fornaio, deciso a uccidere il padre Arturo (Massimiliano Gallo).

Don Antonio, prima cerca di mettere pace, ma poi riconosce nel giovane quello stesso sentimento di vendetta che da ragazzo aveva cambiato per sempre la sua vita. Il Sindaco decide così di intervenire per riconciliare padre e figlio e salvarli entrambi, ma la tragedia è dietro l'angolo. Frase cult del film in sala dal 30 settembre al 2 ottobre con Nexo Digital, detta dallo stesso Barracano a cui non manca filosofia e cinismo:« I figli prima si fanno e poi si comprano»