Roma, calvario burocrazia: efficenza negata. Odissea carta d’identità: «Ripassi tra 4 mesi»

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Ci si mette di più a fare una crociera intorno al mondo che a ottenere una carta d’identità a Roma: anche quattro mesi e mezzo d’attesa per un’operazione che fino a pochi anni fa richiedeva al massimo una mezza giornata in fila allo sportello, con un po’ di pazienza. Ora invece di giorni ce ne vogliono pure 138, come all’ufficio di via Tommaso Fortifiocca, all’Appio Tuscolano, o 134, agli sportelli di largo Capelvenere ad Acilia, il distretto di Ostia.

L’Anagrafe della Capitale è andata in tilt, rallentata oltre ogni aspettativa da un sistema informatico che avrebbe dovuto snellire l’iter e invece ha sortito l’effetto opposto, fino a diventare il simbolo della burocrazia limacciosa del Comune. Burocrazia che trasforma procedure ordinarie in trafile dai tempi inverosimili. Sugli appalti - quasi tre anni per assegnare una gara per pulire i tombini - come sui permessi che chiedono i negozianti per cambiare un’insegna (3 mesi di media, ha contato Confesercenti) o per far spostare un cassonetto (anche un semestre per avere una risposta). Dal 2016 a oggi sono esplosi i tempi d’attesa per rinnovare la carta d’identità. Dalla fine del 2015 tutta la procedura per prenotarsi all’Anagrafe è online, ma i guai sono arrivati con l’arrivo della carta d’identità elettronica, che a Roma viene rilasciata dal novembre 2016. La “macchina” della Capitale si è fatta trovare impreparata. Pochi terminali e sportelli aperti il pomeriggio solo due giorni a settimana (il martedì e il giovedì), mentre la vecchia giunta Marino addirittura propose di aprirli il sabato mattina. Risultato: barricate dei sindacati, niente di fatto. E così proseguono i disagi. Non ha cambiato molto le cose il fatto che a gestire la procedura, da un anno, sia un sito diverso, il portale unico del Viminale. In alcuni municipi tocca aspettare fino a novembre, per vedersi rinnovato un documento. In altri ottobre. In 15 sedi anagrafiche su 38 ieri addirittura non erano disponibili appuntamenti. Tutto intasato. Virginia Raggi lo sa, tanto che a febbraio ha cambiato l’assessore all’Anagrafe, per correre ai ripari.