Papa Francesco: «Non abbiate paura della valle oscura dell'anima, anche i santi la hanno sperimentata»

Papa Francesco: «Non abbiate paura della valle oscura dell'anima, anche i santi la hanno sperimentata»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 19 Maggio 2021, 11:21

Città del Vaticano – Non bisogna avere paura di attraversare quella che Madre Teresa chiamava la “notte oscura” dell'anima, un momento di abbandono della speranza dove nemmeno la presenza di Dio sembra riuscire ad essere efficace, e spesso si finisce persino di dubitare della propria fede o dell'esistenza del Creatore. Dove i giorni si alternano senza gioia, scivolando nel dolore interiore sempre più intenso. Francesco stamattina, nella predicazione dedicata alla preghiera che ha rivolto ai pellegrini per l'udienza generale, si è addentrato in uno dei sentieri più difficili da rivelare. «Tutti i santi sono passati per questa 'valle oscura', e non scandalizziamoci se, leggendo i loro diari, ascoltiamo il resoconto di serate di preghiera svogliata, vissuta senza gusto». 

«Anche quando uno sta giù non deve avere il cuore grigio».

In pratica, ha spiegato, «i maestri spirituali descrivono l'esperienza della fede come un continuo alternarsi di tempi di consolazione e di desolazione, momenti in cui tutto è facile, mentre altri sono segnati da una grande pesantezza». Da qui l'immagine plastica del cuore grigio, un cuore avvolto dal torpore, dal pessimismo, ingabbiato dalle paure.

Il rischio dello spegnimento della fede è lo scivolamento nella accidia. «Una forma di depressione dovuta al rilassamento dell'ascesi, a un venire meno della vigilanza, alla mancata custodia del cuore», ha proseguito il papa citando il Catechismo. «Come stai?', 'Oggi sto giù': tante volte siamo giù, non abbiamo sentimenti, consolazioni, non ce la facciamo... Sono quei giorni grigi, e ce ne sono, tanti, nella vita: ma il pericolo è avere il cuore grigio: quando questo essere giù arriva al cuore e lo ammala, e c'è gente che vive col cuore grigio, questo è terribile (perché) non si può sentire la consolazione con il cuore grigio, o non si può portare avanti una (vita) spirituale col cuore grigio. Il cuore deve essere aperto perché arrivi la luce del Signore, e se non entra (si può almeno) aspettarla con speranza: ma non chiuderla col grigio». 

Per questo certe volte «arrabbiarsi un po' fa bene perché ci fa svegliare questo rapporto da figlio a padre, da figlia a padre, che dobbiamo avere con Dio». Tante volte anche protestare davanti a Dio è un modo di pregare, o come diceva quella vecchietta arrabbiarsi è un modo di pregare.

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