Ratzinger, le ultime parole: «Signore, ti amo». Da oggi l’omaggio dei pellegrini a San Pietro, giovedì i funerali

Giovedì i funerali

Ratzinger, le ultime parole: «Signore, ti amo». Da oggi l’omaggio dei pellegrini a San Pietro, giovedì i funerali
di Franca Giansoldati
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Domenica 1 Gennaio 2023, 23:53 - Ultimo aggiornamento: 2 Gennaio, 07:17

Il sentimento del lutto è penetrato come una sciabolata rendendo cupa la festa di Capodanno sotto un sole quasi primaverile. San Pietro ieri mattina traboccava di gente come da tempo non si vedeva. Volti smarriti e persino increduli. In un angolo c’erano le bandiere con il nome di Joseph Ratzinger. Se ne è andato in punta di piedi il giorno di San Silvestro alle 9,34. «È stato un Papa magnifico, straordinario, di una meravigliosa profondità. Ha marcato la Chiesa per la sua grandezza di animo, è stato un Santo. La Chiesa gli è molto grata», sussurra con gli occhi umidi suor Maria Sara, di una comunità religiosa brasiliana. 
Qualcuno arrivato dalla Germania si aspettava (sbagliando) che la salma del Papa emerito fosse già stata collocata in una camera ardente aperta al pubblico dentro la basilica in modo da permettere un saluto ai fedeli, ai curiosi, ai turisti, anche solo per una foto veloce, sfilando davanti al feretro col telefonino, per dire “io c’ero” in questo passaggio storico. Il rito del commiato al pontefice defunto è, invece, previsto solo a partire da stamattina, quando la salma di Ratzinger verrà trasferita dal monastero Mater Ecclesiae all’interno della basilica. 

Le prime immagini della salma del pontefice emerito Benedetto XVI nella camera ardente allestita al monastero vaticano

RICOMPOSIZIONE

Tuttavia già da ieri mattina, per cardinali, vescovi, religiosi e amici del grande teologo la commemorazione è stata resa possibile nella cappella del monastero sul colle vaticano dove il corpo del grande teologo scomparso il giorno di San Silvestro dopo una lunga agonia, è stato lavato, truccato e predisposto per l’esposizione. 
Il volto pacato e mite di Benedetto XVI appare scavato e i tratti sono quasi irriconoscibili.

Si capisce che ha sofferto molto negli ultimi tempi. È morto dopo quattro giorni di agonia pronunciando tre parole: «Signore ti amo». Indossa i paramenti rossi solenni del lutto pontificale, ha una corona del rosario intrecciata tra le mani, le scarpe nere ai piedi e la mitra sul capo.

La scena funebre è completata da un presepe sulla sinistra e un albero di Natale, accanto ad un cero, sotto un grande crocifisso. La processione dei cardinali sul colle vaticano è stata ininterrotta per tutta la giornata di ieri. Una preghiera, un saluto in silenzio, una sosta sull’inginocchiatoio. La salma verrà trasferita nella basilica di san Pietro in mattinata dove, il 5 gennaio, verrà celebrato il funerale da Papa Francesco sul sagrato. Solo due le delegazioni internazionali, una italiana e l’altra tedesca (sarà presente il presidente della Germania), mentre non è contemplata la presenza del corpo diplomatico. La tumulazione è prevista il giorno dopo nelle Grotte Vaticane dove è stata preparata la tomba che inizialmente era di Giovanni Paolo II, prima che venisse spostato in basilica dopo la sua canonizzazione. 

Per la stessa volontà del defunto, i funerali saranno nel segno della semplicità, a metà strada tra il solenne e il sobrio e di conseguenza tutto il protocollo è stato semplificato, rispetto alle esequie di un Papa regnante. 

SOBRIETÀ

Il rito resta comunque un “unicum” anche dal punto di vista procedurale, non essendosi mai svolte le esequie per un Papa emerito, per di più rimasto a vivere in Vaticano: non certo per gli altrettanto dimissionari Celestino V nel 1294 (morto poi nel 1296) e, l’ultimo prima di Benedetto, Gregorio XII morto nel 1417.

A mezzogiorno di ieri, mentre Papa Francesco dalla finestra del Palazzo Apostolico ricordava al mondo la grave perdita per la Chiesa: «Rendiamo grazie a Dio per il dono di questo fedele servitore del Vangelo e della Chiesa», le campane della chiesetta di Marktl, in Baviera, hanno suonato ininterrottamente in ricordo di Joseph Ratzinger, nato nella piccola cittadina il 16 aprile 1927. La stessa cosa è stata fatta in altri luoghi bavaresi: una terra alla quale Benedetto XVI è sempre stato legatissimo, da una parte le sue radici le aveva in Germania ma il suo cuore adottivo batteva a Roma, città che ha amato moltissimo. 

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