Il giornale della Santa Sede – l'Osservatore Romano – dedica grande e significativo spazio al sessantesimo anniversario della morte di John Fitzgerald Kennedy elogiando la sua «politica estera dettata alla volontà del dialogo e della cooperazione». Il presidente americano «ha insegnato l'importanza di dialogare, fare autocritica e riconsiderare l'atteggiamento che si ha verso il nemico, quindi non umiliare lo Stato né odiare la popolazione. Tutti temi che valgono ancora di più nel contesto attuale sia perchè il sistema mondiale non è più bipolare, sia perchè ci troviamo nella terza guerra mondiale a pezzi».
Tra i vari passaggi politici del suo mandato viene ricordato, in particolare, il discorso fatto da Kennedy all'American University di Washington il 10 giugno 1963, al termine del quale il presidente avrebbe annunciato l’avvio dei lavori per l’accordo sul divieto di test nucleari con Mosca: «Che tipo di pace cerchiamo? Non una pax americana imposta al mondo dalle nostre armi» o «semplicemente la pace per gli americani», bensì «una pace autentica per tutti gli uomini e le donne» capace di «evitare quegli scontri che portano un avversario a scegliere tra un’umiliante ritirata”.
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A mezzogiorno e mezza furono esplosi i colpi contro il presidente. Il primo proiettile esploso mancò il bersaglio e si perdette lontano ferendo leggermente un passante e rompendo un pezzo di marciapiede. Il secondo colpo colpì il presidente Kennedy al collo e il governatore Connally, al torace, al polso e al polpaccio. Un terzo colpo raggiunse il presidente Kennedy alla testa e fu mortale. La conclusione dell’FBI e della Commissione Warren è che a sparare sarebbe stato Lee Harvey Oswald, ex marine e impiegato del Texas Book School Depository. Oswald, che aveva vissuto per un periodo in Unione sovietica, si appartò al sesto piano dell’edificio dove lavorava, in mezzo ad alcuni scatoloni spostati davanti alla finestra dalla quale partirono gli spari, secondo la balistica, e montò il fucile.
Il corpo esanime del presidente Kennedy venne portato all’ospedale di Dallas. Alle 13 il presidente Kennedy fu dichiarato ufficialmente morto a causa della vastità del danno craniale e intracraniale subito; la notizia fu inizialmente resa nota da due sacerdoti entrati nella sala ospedaliera per l'estrema unzione.
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