La Chiesa Anglicana ha votato: sì alle benedizioni per le coppie gay, i conservatori non permettono il matrimonio

L'arcivescovo Justin Welby
di Franca Giansoldati
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Venerdì 10 Febbraio 2023, 11:33 - Ultimo aggiornamento: 19:23

La Chiesa anglicana con un voto storico, seguito da un lungo dibattito e da mille polemiche, ha stabilito che è lecito per i sacerdoti benedire i matrimoni civili di coppie dello stesso sesso. La decisione dovrebbe diventare operativa già nei mesi prossimi, lasciando la possibilità ai singoli sacerdoti anglicani se aderire o meno alle novità dichiarando pubblicamente se intendono offrire benedizioni oppure no nelle proprie strutture. Il passaggio è stato sancito con 250 voti favorevoli e 181 contrari in base a una proposta dei vescovi che intendeva porre fine ad anni di dolorose divisioni e disaccordi sulla sessualità.

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Il sinodo ha anche deciso che la Chiesa Anglicana si dovrà scusare per i danni e il dolore causati alle persone LGBTQ+.

Tuttavia la battaglia sotterranea tra conservatori e progressisti all'interno  è destinata a protrarsi poiché non è passata la revisione del divieto per il clero di contrarre matrimoni civili tra persone dello stesso sesso e la regola del celibato per il clero che ha relazioni omosessuali. I conservatori sono riusciti a emendare la mozione per affermare che la dottrina della Chiesa anglicana sul matrimonio - che è tra un uomo e una donna - è rimasta invariata. 

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Justin Welby, arcivescovo di Canterbury ha dichiarato di sperare che la decisione segni un "nuovo inizio" per la Chiesa anglicana europea: «È stata una lunga strada per arrivare a questo punto. La Chiesa continua ad avere profonde differenze su queste questioni che vanno al cuore della nostra identità umana. Come arcivescovi, ci impegniamo a rispettare la coscienza di coloro per i quali questo si spinge troppo in là e a garantire loro tutte le rassicurazioni di cui hanno bisogno per mantenere l'unità della chiesa mentre questa conversazione continua». Gli attivisti per i diritti degli omosessuali si sono detti delusi e hanno annunciato che la loro battaglia per una parità continuerà. 

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