Violenza e droga, in Umbria triplicano i reati commessi dai ragazzini. Sottani: «Repressione occasionale, serve il recupero»

Sergio Sottani, il procuratore generale di Perugia
di Egle Priolo
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Domenica 28 Gennaio 2024, 08:55

PERUGIA - La droga come sfondo a reati contro la persona o causa di furti e rapine. Risse, tentati omicidi e violenze sessuali. Con il numero più che triplicato dei reati commessi da ragazzini di nemmeno 14 anni. Questa è l'Umbria della criminalità minorile, secondo l'affresco statistico offerto nella relazione per l'apertura dell'anno giudiziario firmata dal procuratore generale Sergio Sottani. Quaranta pagine fitte di numeri e analisi, alcune anticipate già ieri, rese note nella loro totalità durante la cerimonia aperta dalla presidente facente funzione della Corte d'appello Claudia Matteini che ha ricordato come «dopo anni caratterizzati da restrizioni determinate dall'emergenza sanitaria, si è tornati a celebrare l'inizio dell'anno giudiziario con una cerimonia aperta al pubblico che ne sottolinea ancora di più l'importanza non solo per la magistratura ma per l'intera collettività».

Nella sua relazione, Sottani cita i casi di vasta eco mediatica, come i processi Palamara, Concorsopoli o la vicenda di Pamela Mastropietro passata anche per Perugia, ha continue parole di elogio per tanti magistrati del distretto, ravvisa l'avanzata di nuovi poteri («stampa, tv e social») e non dimentica eleganti stoccate come il non poter ignorare, in relazione ai tempi processuali, «come alcuni presupposti, sui quali la magistratura non può intervenire, siano essenziali per il buon andamento del sistema».
E il pg dopo i dati “chiari” sugli obiettivi raggiunti – sottolineati con orgoglio anche da Matteini – ha ribadito gli “scuri”, a partire dall'eccessiva durata dei processi penali o «l'irrisolta, persistente, annosa questione dell’edilizia giudiziaria degli uffici perugini» o i problemi di organico a Spoleto. Ma non solo. Perché tornando al problema dei ragazzini difficili, Sottani ricorda che «analogamente, l’ufficio requirente minorile perugino presenta, ad oggi, la totale scopertura dell’unico posto di sostituto in organico». Con la gestione dell'ufficio «ricaduta sulle sole spalle del procuratore Flaminio Monteleone che, per quanta totale abnegazione ed indubbia capacità abbia infuso, non può certo da solo sostenere il peso di un ufficio gravato da nuove delicate incombenze». Incombenze e numeri importanti.
Secondo i dati forniti da Sottani, infatti «nel distretto, spiccano i delitti contro l’incolumità personale (170 a fronte dei 133 dell’anno precedente), ed in particolare le lesioni personali (100), seguono i furti (98 di cui 25 fattispecie aggravate), anche se non mancano fattispecie di tentato omicidio o reati sessuali. Rimangono stazionarie le risse (7), mentre sono numerosi i delitti di spaccio di sostanze stupefacenti (36) che continuano a suscitare allarme, anche in quanto ulteriormente criminogeni: il consumo di sostanze fa da sfondo, infatti, a molti reati, soprattutto contro la persona e il patrimonio». «Rilevante – secondo Sottani - il numero dei danneggiamenti, mentre scendono i reati di estorsione, a differenza del forte aumento dei procedimenti per rapina (3 estorsioni e 38 rapine a fronte di 7 estorsioni e 18 rapine del periodo precedente). Desta preoccupazione il dato sui delitti contro la libertà sessuale (42), così come risulta in aumento il numero dei reati commessi da infraquattordicenni (34 fattispecie a fronte di 10)».
Sottani fa infine proprie le analisi del procuratore Monteleone riguardo i dati sui minori stranieri indagati «quale sintomo indiretto per verificare l’impatto di politiche sociali inclusive e della capacità di queste ultime di educare alla legalità».

Ma che, scrive il procuratore, «non sembra sia consentito di inquadrarli genericamente "a rischio" di devianza, come invece nell’immaginario». «Il dato sulla criminalità minorile – conclude quindi Sottani - sembra sempre più riflettere quella condizione di disagio sociale adolescenziale, comune a tutti i minorenni sia nazionali che di provenienza straniera, a cui l’apparato repressivo può fornire solo una risposta occasionale ed episodica, ma la cui soluzione impone un contesto di recupero della devianza, mediante un’attività integrata che coinvolga essenzialmente la scuola, quindi i servizi sociali e, più in generale, gli enti pubblici».

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