PERUGIA - Si è svolta con l’assistenza di una psicologa infantile l’audizione protetta della ragazzina undicenne che ha denunciato di essere stata abusata dallo zio orco fin da quando aveva sette anni di età ed è cominciato l’incubo. L’audizione davanti al gip è durata un paio d’ore ieri mattina e non sono mancati momenti durante i quali, ripercorrendo le fasi più drammatiche del racconto, la giovane si è emozionata fino a piangere. L’uomo, 47enne romeno, è detenuto nel carcere romano di Regina Coeli.
Questa mattina, invece, in Procura, verranno assegnati incarichi a un paio di consulenti che svolgeranno accertamenti genetici e informatici.
«Se parli finisce male. Come quella bambina morta nel 2022, te la ricordi?». È uno degli ultimi messaggi che l’indagato ha inviato alla persona offesa nel tentativo di evitare che lei lo denunciasse. I fatti sono avvenuti a Bastia Umbra, tra Perugia e Assisi, è il nuovo teatro dell’orrore familiare. I carabinieri, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Perugia diretta da Raffaele Cantone, hanno posto fine all’incubo stanando lo zio-vicino orco a Roma.
Era novembre quando la piccola si è confidata con la madre: dopo aver tenuto nascosto questo terribile segreto per tanto tempo la ragazzina è riuscita a raccontare l’inferno che stava vivendo. La donna (assistita dall’avvocato Delfo Berretti) si è così precipitata alla stazione carabinieri di Bastia Umbra e ha formalizzato una denuncia nei confronti del parente.
«Nel corso della denuncia - ricostruisce il procuratore Cantone - la donna rappresentava che la figlia le aveva confidato di aver subito ripetute molestie sessuali da parte dell’uomo, iniziati addirittura 4 o 5 anni prima». Parole confermate poi dalla ragazzina nel corso di un incontro protetto con il magistrato che ha seguito il suo caso.