Vertenza Sangemini: aperto il tavolo al Mise.
Lunedì la produzione riprende al 60 per cento.

Vertenza Sangemini: aperto il tavolo al Mise. Lunedì la produzione riprende al 60 per cento.
di Aurora Provantini
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Giovedì 12 Marzo 2020, 21:18 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 10:05

E’ stato aperto il tavolo ministeriale sulla vertenza Sangemini. Stamattina in “conference call” c’è stato il confronto tra proprietà del gruppo Acque Minerali d’Italia, le segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil,  le Regioni  Umbria, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto (assente la Basilicata). La situazione in cui versa il gruppo è stata di fatto dichiarata grave. Peraltro la procedura di concordato in bianco non è stata ancora ammessa dal Tribunale di Milano, causa Coronavirus, sebbene quando verrà ratificato il ricorso concorsuale avrà valore retroattivo. Ma di fatto Massimo Pessina, amministratore delegato di Ami, si è impegnato a non impiegare più di 120 giorni per presentare il piano di ristrutturazione industriale che prevede la possibilità di interventi da parte di soggetti terzi.
 “L’azienda ha ribadito che stanno proseguendo le interlocuzioni - spiegano le segreterie nazionali di Fai Flai e Uila - con player importanti del settore ma rispetto a ciò non ha potuto dare ulteriori informazioni in quanto vincolata dal patto di riservatezza. Come organizzazioni sindacali abbiamo ribadito la necessità di avere nel tempo più breve possibile un piano industriale su cui confrontarci, avendo chiaro l’obiettivo della salvaguardia di tutti i siti produttivi e dell’occupazione”.
“Abbiamo anche sottolineato la necessità di mettere in sicurezza tutte le lavoratrici e i lavoratori”.
Già, perché le due novità portate al tavolo ministeriale da Ami sono che in concordato di fatto non c’è ancora, e che da lunedì prossimo la produzione ripartirà al 60 per cento della capacità produttiva.
 “Considerando la ripartenza al 60 per cento – segnalano i sindacati -  i dipendenti non impegnati nella immediata ripresa produttiva devono essere coperti da ammortizzatori sociali per affrontare questo momento di difficoltà.”
Richiedono dunque la cosiddetta Cigo, cassa integrazione ordinaria, per tutti i dipendenti.
“Domani capiremo se con il nuovo decreto ci sono le condizioni per attivare la cassa integrazione retroattiva, altrimenti dovremo avviare le procedure per la cassa integrazione guadagno ordinaria”.
La volontà delle organizzazioni sindacali è quella di tenere aperto il confronto al tavolo ministeriale. Tanto che è stato fissato un secondo incontro al Mise.

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