«Sono in contatto con amici militari. Tutti i giorni chiedo loro se mi devo preoccupare. Oggi non li ho ancora sentiti, temo che alla mia domanda mi rispondano di sì». Le si strozzano in gola le lacrime quando parla della sua Ucraina. Lei a migliaia di chilometri di distanza e lì i suoi familiari e amici pronti a difendere con le unghie e con i denti l'indipendenza e la libertà del loro Paese. Lyudmyla Tetyk da anni vive e lavora a Terni dove è molto apprezzata come fotografa e per l'attività che svolge nella Galleria d'arte del marito. In questo periodo sta vivendo giorni di tensione per le preoccupazioni riguardo la sua gente e i suoi parenti.
«Mio padre, mia sorella, i miei cugini sono a Kiev. Sono 14 anni che vivo in Italia ma ho ancora contatti, soprattutto in questi giorni, con amici, ex colleghi, i miei professori universitari. E’ difficile avere notizie - racconta senza nascondere la commozione – ma mi tengo aggiornata sui siti ufficiali e tutti i canali social. In questo momento dobbiamo essere tutti uniti, anche chi come me vive fuori dalla nostra terra». Lyudmyla Tetyk si lascia andare come un fiume in piena, carica di orgoglio, al racconto della sua Ucraina forzando l'accento su alcune parole come “unità”, “libertà”, “nazionalismo”. «L’Ucraina, nata trent'anni fa, è ancora una start up – dice – ma “qualcuno” (Putin ndr.) sta cercando di riscrivere la storia.
Scorre le foto sul cellulare, rivede la sua città, i suoi familiari, le passa davanti la sua vita. «In questi giorni mia figlia piccola sta percependo tutta la mia agitazione e apprensione – rivela – mi vede con il telefono in mano e mi chiede se va tutto bene e la tranquillizzo». Il pensiero, però, continua ad andare a Kiev. «Nei prossimi giorni sarò Roma per rinnovare il mio permesso – continua – chiederò in ambasciata se si può fare qualcosa per aiutare il mio Paese e se sì, mi attiverò in tutte le maniere per portare sostegno al popolo ucraino».