Dopo gli scontri al Curi, la Digos arresta 3 ultrà: altri 40 tifosi nel mirino

Blitz ieri mattina dei poliziotti: sono accusati di aver innescato la rissa di sabato pomeriggio al Curi e sono finiti ai domiciliari. Il Perugia, che temeva la chiusura della curva, se la cava con una multa

Dopo gli scontri al Curi, la Digos arresta 3 ultrà: altri 40 tifosi nel mirino
di Michele Milletti
3 Minuti di Lettura
Martedì 26 Marzo 2024, 07:05
PERUGIA - Conseguenze pesantissime. E quasi sicuramente non sono ancora terminate. A 48 ore dagli scontri in curva nord al Curi, sabato pomeriggio nel corso del match tra Perugia e Pineto, tre tifosi biancorossi sono stati arrestati ieri mattina dagli investigatori della Digos diretti da Giovanni Di Biase. Secondo quanto si apprende, due di loro appartengono allo stesso gruppo organizzato.
I PROVVEDIMENTI 
I tre sono finiti in manette ai sensi della legge 401/89 che disciplina gli “Interventi nel settore del giuoco e delle scommesse clandestini e tutela della correttezza nello svolgimento di manifestazioni sportive” e in virtù della quale, dopo le modifiche del 2007, vengono presi anche i provvedimenti noti come Daspo. Una legge che permette l’arresto in flagranza differita quando, si legge nell’articolo 8, «non è possibile procedere immediatamente all’arresto per ragioni di sicurezza o incolumità pubblica, si considera comunque in stato di flagranza ai sensi dell’articolo 382 del codice di procedura penale colui il quale, sulla base di documentazione video fotografica dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto».
Insomma, i tre tifosi vengono considerati responsabili di aver innescato la rissa che ha poi coinvolto qualche decina di persone nella zona bassa della curva, vicino alla balaustra, e nella zona in cui confluiscono i due gruppi Ingrifati e Brigata, quando la partita con il Pineto era cominciata da pochi minuti. Il numero delle persone alla fine coinvolte nella zuffa e anche la particolare violenza di quanto accaduto hanno consigliato all’arbitro di sospendere la partita per cinque minuti, in attesa che gli animi si calmassero e che potesse essere anche assicurata la sicurezza di ch i in quel momento si trovava all’interno del rettangolo verde del Curi e in particolare nelle vicinanze della curva nord.
FUMOGENO E SEGGIOLINO 
Decisivi per giungere all’applicazione dell’arresto potrebbero essere stati l’accensione di almeno un fumogeno e il lancio di almeno un seggiolino dopo essere stato divelto. Oltre ovviamente alle immagini della Scientifica che hanno dunque permesso di individuare i tre presunti responsabili dell’inizio dei disordini. Per i quali domani è prevista l’udienza di convalida dell’arresto. Con i tre tifosi che avranno modo così di raccontare la propria versione dei fatti
DASPO 
Altra questione quella relativa ai provvedimenti di Divieto ad assistere a manifestazioni sportive. Sempre i filmati hanno mostrato come, al di là dei tre arrestati ieri mattina, altre decine di persone siano rimaste in qualche modo coinvolte nella zuffa in curva nord. Sotto questo profilo, i poliziotti sono al lavoro per individuare chi effettivamente abbia partecipato. Potrebbe esserci un numero di Daspo di non poco conto.
LA MULTA 
È andata tutto sommato bene al Perugia, dal momento che la società se l’è cavata con mille euro di multa quando in molti ieri temevano la chiusura della curva. Il giudice sportivo motiva così il provvedimento: «per fatti contrari alle norme in materia di ordine e di sicurezza e per fatti violenti commessi dai suoi sostenitori posizionati nel settore curva, integranti pericolo per l’incolumità pubblica, consistiti nell’avere, al 18° minuto del primo tempo, circa una quarantina di sostenitori provocato tafferugli spintonandosi reciprocamente e nell’avere lanciato dieci seggiolini e un fumogeno all’interno nel proprio settore, determinando, con tale condotta, la sospensione della gara per tre minuti da parte dell’arbitro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA