Amarcord, Piediluco come Miami Beach
quando i motoscafi solcavano il lago

Amarcord, Piediluco come Miami Beach quando i motoscafi solcavano il lago
di Walter Patalocco
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Martedì 28 Maggio 2013, 20:58 - Ultimo aggiornamento: 21:07
TERNI - Piediluco come Miami Beach: potenti motoscafi che solcano le acque del lago; giovanotti attaccati ad una lunga corda dietro un fuoribordo, che alzano ventagli d’acqua con lo sci ai piedi: piroette l’una dietro l’altra fino ad imboccare il trampolino che sta l, proprio davanti alla montagna dell’Eco, per esibirsi in salti spettacolari Scenario da fantascienza riferito, magari, all’anno 2250? No, storia e riferita alla fine degli anni Sessanta- primi anni Settanta del secolo scorso. Quarant’anni fa. Tutto finì con l’estate del 1973. Il Comune di Terni, anticipando la legge sul decentramento: nelle frazioni che erano state comune autonomo fino al 1927 varò il consiglio di delegazione. A Piediluco il 4 aprile 1973 il consiglio di delegazione, nominato su indicazione dei partiti, si insediò nel corso di un’assemblea popolare. Quindici membri: Luigi Ciferri, Ottorino Quintili, Materno Eroli, Sandro Petrollini, Giacomo Santicchia, Umberto Giangiuli, Antonio Petacchiola, Arnaldo Crisostomi, Antonio Fiocchi, Rita Bonanni, Miro Proietti, Walter Zagaglioni, Giorgio Crisostomi, Giorgio Estevan, Diesildo Petrollini. E subito si affrontò la questione più spinosa: troppi motoscafi. Inquinano e alzano onde che disturbano la tranquillità di chi è sulle barche a remi. Soluzione immediata: divieto assoluto di transito sul lago per i natanti con più di 5 cavalli. Addio sci nautico. “Quello è sport da signori”, si disse.
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