Terni, il Manifesto dei 51 incalza la politica: «Cinque priorità per non perdere l'ultima occasione»

Terni, il Manifesto dei 51 incalza la politica: «Cinque priorità per non perdere l'ultima occasione»
di Aurora Provantini
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Venerdì 5 Febbraio 2021, 17:36 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 21:54

 C’è un futuro per la città di Terni? Quale? Il Manifesto dei 51 (non più un numero, ma un brand) ha presentato la sua Agenda, un documento che contiene cinque proposte: idee che costituiscono un’ offerta di crescita del territorio con azioni capaci di generare processi.

La crisi. “La crisi a Terni non è effetto della pandemia ma certamente ne subisce una accelerazione. I dati dell'ultimo Rapporto di Banca d’Italia indicano un calo del Pil dell’11% nel nostro territorio, più marcato rispetto al dato nazionale. A livello europeo si fa fatica a costruire obiettivi ragionevoli per la spesa delle risorse a disposizioni - dichiara Luca Diotallevi - noi abbiamo fatto uno sforzo per mettere in campo idee all’altezza delle risorse. Adesso ci sono sia le risorse che le idee, bisogna vedere se ci sarà la volontà”. Solo una svolta può evitare il declino della città.

Gli interventi. Perciò quel gruppo omogeneo di cittadini firmatari del Manifesto dei 51 offre alle istituzioni un pacchetto di interventi strategici che non ha un copyright: qualsiasi protagonista della vita pubblica può farlo proprio. Terni non è l’ultima briciola di Umbria, può anzi essere il perno della “questione dell’Italia centrale” come questione di rango europeo.

Cinque proposte. “In queste pagine - illustra Diotallevi - vi sono cinque proposte per le quali potrebbero essere utilmente indirizzate le risorse che l’Unione europea sta mettendo a disposizione per il post-Covid. Per un breve periodo non saranno le risorse a mancare. Il dramma sarebbe che mancassero le idee o che a imporsi siano quelle sbagliate con gli attori sbagliati: quelli affamati di rendite e non di futuro civile”. Il Manifesto dei 51 indica una direzione, nuove offerte con cui rompere lo stallo che sta condannando Terni a non avere futuro. Un traguardo possibile: una città sostenibile. “Arrestare il declino è l’urgenza che abbiamo di fronte.

Non possiamo aspettare oltre – spiega ancora Diotallevi - la dimensione di scala che questa operazione richiede è a portata di mano. Può essere raggiunta intercettando la domanda e l’offerta proveniente da altri sistemi territoriali, in una logica di reti di città dell’Umbria Flaminia prima e di tutta l’Italia centrale poi. Saremo diversi ma possiamo scegliere come”. L’Agenda non è un libro dei sogni.

Al primo punto c’è l’dea di riportare il lavoro al centro della città, un lavoro nuovo nelle sedi dismesse come il palazzo dell’Inps. Al secondo tre condizioni per Ast come pilastro della crescita: che subentri a Tk un global player in grado di incrementare i volumi dell’area a caldo e con l’integrazione del mix prodotti, che sia interessato al mercato europeo, che abbia standard elevati in materia di lavoro e rispetto dell’ambiente. Al terzo integrare le amministrazioni locali, a partire dall’asse Terni-Narni, sino ad una nuova città a rete (150mila – 180mila abitanti) per contare nelle reti di città. Al quarto: “Concentrare gli investimenti sulla logistica e la mobilità seguendo la scelta del potenziamento Avr del corridoio Orte Falconara, rafforzandone l’intermodalità e sorvegliandone l’attuazione”. Per ultimo: “Lavorare per patti associativi per l’innovazione civile in combinazione con un grande investimento su “italiano L2” come lingua seconda”. “La strada vecchia è ormai sbarrata, dovremo prenderne una nuova”- conclude Diotallevi. 

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