TERNI - Un danno alle casse della Provincia di Terni da un milione e 600mila euro. Causato, per l’accusa sostenuta dalla procura regionale della corte dei conti, dalla cattiva gestione del complesso immobiliare di Villalago.
Per mesi e mesi gli investigatori delle fiamme gialle hanno spulciato le carte legate al maxi appalto per la gestione di Villalago.
Le indagini, avviate due anni fa su delega della corte dei conti dell’Umbria, si sono chiuse a dicembre con l’arrivo delle carte sul tavolo della procura della corte dei conti.
Che ora ha notificato l’invito a dedurre ai vertici della società Il Delta Gestione & Servizi, che dal 2016 ha in carico la gestione del sito, e a quattro tra dipendenti ed ex dipendenti della Provincia di Terni che, nel tempo, si sono occupati della verifica dei vari step previsti nell’intesa siglata sette anni fa.
Dalla delicata inchiesta portata avanti dalle fiamme gialle ternane emerge una lunga serie di inadempienze da parte della società che gestisce Villalago, il grande parco e l’anfiteatro.
Per gli investigatori quel sito storico di grande pregio che, in base a quanto previsto nell’intesa tra la Provincia di Terni, proprietaria del sito, e Il Delta Gestione & Servizi che dal 2016 gestisce il complesso, avrebbe dovuto essere oggetto di significativi e costosissimi interventi che però non sono stati mai effettuati.
Dalle carte emerge come, a parte l’ordinaria amministrazione, tutti gli interventi previsti dal contratto per Villalago, a distanza di anni, non abbiano ancora visto la luce. La quantificazione del danno da parte della procura contabile è legata non solo alla mancanza degli interventi previsti dall’accordo ma anche al fatto che, l’assenza di adeguata manutenzione, ha causato l’ammaloramento del sito.
Per i quattro tra dipendenti ed ex della Provincia, chiamati in causa a titolo colposo per il presunto nocumento arrecato all’ente di palazzo Bazzani, si ipotizza l’omessa vigilanza sull’uso di beni in concessione. Dai riscontri svolti dalle fiamme gialle ternane, ci sarebbero pochissimi scambi epistolari tra l’ente e la società che gestisce Villalago. Quando invece, per la procura contabile, ci sarebbero stati tutti i presupposti per avviare le procedure utili alla risoluzione del contratto o quanto meno per la richiesta del pagamento delle penali. Elementi che hanno portato a un danno erariale stimato in oltre un milione e 600mila euro e alla richiesta, ai sei chiamati in causa, di produrre documenti e memorie per chiarire la propria posizione.