Terni, dissesto del Comune: Sanzioni raddoppiate per l'ex sindaco e l'ex assessore al bilancio e annullate per altri sette della giunta

Terni, dissesto del Comune: Sanzioni raddoppiate per l'ex sindaco e l'ex assessore al bilancio e annullate per altri sette della giunta
di Nicoletta Gigli
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Venerdì 28 Ottobre 2022, 08:36

TERNI - Sanzioni raddoppiate rispetto a un anno fa per l’ex sindaco, Leopoldo Di Girolamo e l’ex assessore al bilancio, Vittorio Piacenti d’Ubaldi, condannati a pagare al Comune rispettivamente 11mila e quasi 60mila euro per la gestione del dissesto finanziario dell’ente. Per entrambi anche la sanzione interdittiva.

Per la corte dei conti la loro «condotta ha contribuito a causare il dissesto ed è stata caratterizzata da negligenza, imprudenza e imperizia».

Con la sentenza il collegio ha invece annullato tutte le sanzioni pecuniarie che un anno fa la corte dei conti in composizione monocratica aveva irrogato a sette ex assessori della giunta Di Girolamo, chiamati anch’essi a rispondere della presunta cattiva gestione del dissesto finanziario del Comune certificato nel 2018.

Accolta l’opposizione al decreto sanzionatorio nei confronti di Francesca Malafoglia, Emilio Giacchetti, Stefano Bucari, Francesco Andreani, Daniela Tedeschi, Cristhia Falchetti Ballerani e Tiziana De Angelis. Per la corte, per i sette ex assessori «va annullata la sanzione pecuniaria e accertata l’insussistenza dei presupposti per l’applicazione della sanzione interdittiva. Nei loro confronti - si legge nella sentenza - la procura ha mosso accuse generiche non consentendo di individuare la norma o la regola di condotta che essi avrebbero violato».

La sentenza del collegio cambia il quadro che era emerso a ottobre 2021 con la decisione della corte in composizione monocratica che, per il dissesto di palazzo Spada, aveva condannato tutti e nove per una cifra totale che superava i 150mila euro.

Ad una prima lettura viene esclusa una responsabilità collegiale della ex giunta guidata da Di Girolamo che, insieme a Piacenti d’Ubaldi, viene chiamato in causa per il ruolo ricoperto nel periodo in cui l’ente era in anemia finanziaria.

Una sorta di responsabilità da posizione. «Le cause di squilibrio della gestione finanziaria del Comune - si legge - non sono dipese direttamente da un singolo, specifico e non prevedibile evento, bensì da una gestione complessiva che si era già palesata come ampiamente deficitaria al momento del’insediamento dell’assessore al bilancio, in virtù di evidenti fattori di squilibrio che hanno continuato a manifestarsi, con ancora maggiore evidenza, nel corso del suo mandato ma non sono stati oggetto di adeguata considerazione….il costante consumo di risorse finanziarie eccedente le disponibilità dell’ente non poteva sfuggire all’assessore in virtù della qualifica rivestita».

Quanto all’ex sindaco, cui «competono i poteri di sovrintendenza politico-amministrativa e di vigilanza e controllo sulle attività della giunta e delle struttura gestionali e esecutive del Comune, doveva attivarsi per individuare specifiche azioni di risanamento la qual cosa non risulta in alcun modo provata in atti».

L’avvocato Roberto Spoldi, che con Gianluca Luongo difende Di Girolamo, Bucari e Giacchetti, nell’esprimere «soddisfazione per i due ex assessori» sottolinea che per l’ex sindaco di riserverà «di analizzare la sentenza ai fini dell’eventuale impugnazione»

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