Terni. La convenzione tra Regione e Università bocciata dagli addetti ai lavori: «Così si disintegra il Santa Maria, Perugia prende tutto»

Terni. La convenzione tra Regione e Università bocciata dagli addetti ai lavori: «Così si disintegra il Santa Maria, Perugia prende tutto»
di Umberto Giangiuli
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Martedì 28 Febbraio 2023, 00:45 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 20:47

La convenzione tra l’Università e la Regione non piace ai sindacati dei medici e al FASSid (radiologi, radioterapisti, patologi, farmacisti ospedalieri, medici del territorio): la bilancia pesa troppo dalla parte di Perugia con l’azienda ospedaliera di Terni che ne esce fortemente penalizzata. Non si è  tenuto conto delle professionalità esistenti e di quei servizi eccellenti che offre il Santa Maria. «La convenzione – precisa Basilio Passamonti vice segretario regionale della Anaao (Associazione dei medici) non è più una bozza ma uno strumento già pre- adottato dalla Regione che non ci soddisfa, anzi ci preoccupa così per come è stato impostato».  Anche il segretario regionale della Cimo – medici Marco Coccetta sulla stessa lunghezza d’onda: «Per fare un esempio- continua-  Terni oltre a perdere  l’unità operativa di Cardiochirurgia che attualmente produce alti volumi di attività verrebbe declassata a struttura semplice sotto un dipartimento interaziendale con apicalità a Perugia mentre per la neurochirurgia rimarrebbero due dipartimenti separati, seppur la struttura complessa di riferimento rimarrebbe a Terni.  Inoltre Terni perderebbe anche la chirurgia maxillo- facciale che verrebbe trasferita a Perugia divenendo universitaria e la chirurgia della mano anch’essa persa.  Sempre al Santa Maria l’ortopedia diventerà universitaria. Ma come dicevo questi sono solamente degli esempi perché l’elenco delle strutture cancellate è ben più lungo. Come maggiore sindacato dei medici- conclude- siamo molto preoccupati di questa logica di “spartizione” tra Università e Regione e useremo tutti i mezzi a nostra disposizione per difendere la qualità del servizio sanitario regionale».  «Aspettavamo da parte di Regione e Università un segnale di svolta- sostiene Basilio Passamonti - che non c’è stato». Il sindacalista va giù a gamba tesa: «Non ci importa se un professionista  ha un curriculum nutrito di pubblicazioni, interessa sapere se possiede  esperienza clinica o chirurgica per diventare primario. Ecco, quindi, che il metro di valutazione non è giusto. La spartizione a tavolino- riprende- non ci trova d’accordo». La convenzione- secondo i sindacati dei medici- è passata sopra le loro teste «come Anaao – spiega il vice presidente- avevamo inviato una dettagliata lettera prima della stipula tra Regione e Università ma nessuno ci ha chiamato, sono andati avanti senza ascoltarci, questo è molto grave e peserà sul futuro delle relazioni». Oltre il sindacato dei medici anche quello del FASSiD che racchiude radiologi, medici di medicina nucleare, radioterapisti, farmacisti ospedalieri e patologi clinici, critica la convenzione. Lo fa con il  coordinatore Roberto Ferrante. «Non ci stiamo- sostiene- la nostra neuroradiologia sembrerebbe declassata da struttura complessa a semplice. Abbiamo delle professionalità di alto livello a Terni e non si capisce perché dovremmo diventare un’appendice di Perugia. Più compressivamente- conclude- la convenzione decapita le strutture apicali del nostro ospedale, questo potrebbe significare anche la partenza dal Santa Maria di professionalità di alto livello». Alvaro Chianella è il responsabile del sindacato regionale degli anestesisti e medici del pronto soccorso: «Stiamo assistendo all’appalto della sanità pubblica da parte dell’Università che esula dalla formazione per cui è nata. Tutto questo- conclude a discapito dei pazienti».

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