Terni, Vittorina Sbaraglini, neo consigliera di Parità. «Io contro l'8 marzo? E' stato un errore»

Terni, Vittorina Sbaraglini, neo consigliera di Parità. «Io contro l'8 marzo? E' stato un errore»
di Aurora Provantini
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Giovedì 7 Aprile 2022, 04:30

TERNI - Avvocato o avvocata? «Anche se per la grammatica italiana il termine al femminile è corretto, io preferisco farmi chiamare avvocato». Vittorina Sbaraglini non ha ripensamenti: «Provengo da una famiglia di avvocati e sono affezionata al temine al maschile, un aspetto puramente linguistico che però mi caratterizza». Infatti Vittorina Sbaraglini è principalmente “l’avvocato delle donne”: così la chiamano molte sue colleghe. «Fornisco assistenza legale per tutte le problematiche riguardanti il diritto di famiglia e sono specializzata nella tutela delle vittime di violenza». Da trent’anni svolge l’attività forense e da venti collabora con i centri antiviolenza.
Ricorda la sua prima causa in difesa di una ragazza che era stata violentata. «Non si rivolse ad un centro antiviolenza ma si presentò direttamente nel mio studio. Era il 1992. Era molto giovane e molto spaventata. Mi sentii talmente coinvolta che ad un certo punto temevo di non assisterla al meglio. Invece vincemmo la causa. Dopo un anno e mezzo, però. Nel tempo i procedimenti si sono accorciati anche in conseguenza dell’introduzione del Codice rosso, che innova e modifica la disciplina penale e processuale della violenza di genere. Ma i casi di violenza domestica e psicologica sono aumentati. Almeno per quanto mi riguarda». E questo è l’aspetto prettamente professionale di Vittorina Sbaraglini. Che da qualche giorno è anche Consigliera di parità della Provincia di Terni. In quella nuova veste si preoccupa di affrontare per primo il tema della disparità di genere nel mondo del lavoro: «Le discriminazioni soffocano le opportunità e sprecano il talento. Il lavoro di cura, ad esempio - segnala la consigliera – appartiene ancora all’universo femminile. E lo abbiamo visto in pandemia. Il Covid ha costretto troppe donne a rinunciare al posto di lavoro per dedicarsi ai figli e ai genitori anziani. Siamo ancora a questo punto: a dire che mancano gli strumenti e le azioni che garantiscono alle donne di legare l’attività professionale con quella genitoriale, senza fare un passo in avanti».
Già collaboratore esterno dei centri antiviolenza della Regione e parte del Centro pari opportunità, insieme alla nomina di Consigliera riceve una montagna di critiche per un commento alla locandina di un’iniziativa relativa all’8 marzo organizzata a Perugia dalle Democratiche umbre: «Che schifo, facciamo qualche cosa indiciamo una assemblea...».
«Mi scuso per quel post, che infatti ho provveduto a rimuovere, ma non era destinato alla pagina Facebook». Stava col telefonino a "chattare": «Non sono molto tecnologica e quella frase, che non c’entrava niente con la manifestazione dell’8 marzo, è finita lì per sbaglio».
Ma torniamo ai progetti. «Vanno sempre condivisi. E’ bene che con le istituzioni si faccia rete per perseguire finalità comuni, soprattutto quando in ballo ci sono i diritti delle donne».

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