«Ogni caduto di questa Amministrazione che ha dato la vita per stare vicino ai più fragili, per combattere per la libertà e la legalità ci lascia un patrimonio culturale e di memoria che è nostro dovere continuare a trasmettere», le parole sono di Bruno Failla, il Questore di Terni in occasione, e nel ricordo, degli eroi ternani, vittime della Mafia e del terrorismo. Persone che la città di Terni non dimentica e che se n'è andata per sempre giovanissima, unite tutti da un filo conduttore: sono morti per mano della mafia o del terrorismo.
Si tratta di Roberto Antiochia, deceduto il 6 agosto del 1985 in un agguato mafioso mentre era di scorta al Commissario di Polizia Ninni Cassarà, vice capo della squadra mobile di Palermo, Sergio Secci che morirà, invece, il 2 agosto del 1980 alla stazione di Bologna dopo l'esplosione di una bomba dove morirono altre 84 persone per questo attentato sono stati condannati come esecutori materiali Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, militanti di estrema destra - e Stefano Picerno morto anche lui una sera calda d'estate.
Era il 27 luglio del 1993 quando si consumò la strage di via Palestro a Milano per mano della mafia e lui morì mentre faceva il suo lavoro di vigile del fuoco.
Il 2 agosto ricorre invece l'anniversario della strage della stazione di Bologna dove morì lo studente ternano, aveva appena 24 anni, Sergio Secci (si era laureato con 30 e lode al Dams di Bologna) e che si stava recando quella mattina a Bolzano era in attesa di una coincidenza per un appuntamento di lavoro. «Più passano gli anni è più la sua immagine acquista nitidezza dice Francesco Pullia, il suo amico del cuore - Sergio amava la vita, la musica e il teatro ma anche lo studio delle lingue. Era un curioso e mosso da un desiderio inarrestabile di conoscere. Il suo impegno dev'essere preso come esempio specialmente in un epoca come la nostra. Nulla per lui era scontato, tutto andava approfondito e verificato».
Roberto Antiochia è invece scomparso a 23 anni - il 6 agosto del 1985 mentre assolveva al suo dovere di poliziotto. Il giorno dell'attentato Antiochia stava accompagnando il Questore Cassarà presso la sua abitazione di Palermo ma un gruppo armato di mafiosi li stava aspettando. Antiochia fece addirittura da scudo sul corpo di Cassarà che non morì subito. «Roberto Antiochia è stato un poliziotto ternano ucciso dalla Mafia e noi lo ricordiamo in maniera ancora più intensa proprio perché è nato qui dice ancora il Questore di Terni Failla si tratta di un eroe comune, caduto perchè credeva nella libertà e nella tutela dei diritti e della legalità. Un messaggio che va fatto conoscere alle nuove generazioni, in questo c'è il valore della memoria».
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