Aci: mortali sulle strade anche per buche e soste illegali. Raddoppiano i decessi dei motociclisti

Aci: mortali sulle strade anche per buche e soste illegali. Raddoppiano i decessi dei motociclisti
di Egle Priolo
3 Minuti di Lettura
Sabato 17 Ottobre 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:25

PERUGIA - Meno incidenti ma più morti sulle strade, con un costo sociale di oltre 170 milioni di euro. Un tributo pesante pagato in fatto di vite umane, con delle situazioni che devono far particolarmente riflettere. Perché oggi si muore non solo per l’eccessiva velocità o per distrazione, oggi si muore anche per colpa delle buche lungo le strade o per un’auto in sosta illegale. Si muore insomma anche per l’incuria e il non rispetto del codice della strada.

Questi alcuni dei dati del Rapporto Aci-Istat sugli incidenti stradali nella provincia di Perugia nel 2019: anno in cui, secondo i numeri forniti dall’Automobile club di Perugia presieduto da Ruggero Campi, ci sono stati 35 morti (con un aumento del 6 per cento rispetto ai 33 del 2018) a fronte di 1.682 sinistri (diminuiti del 2 per cento rispetto ai 1.718 dell’anno precedente).

Diminuiti anche i feriti: 2.375 nel 2019, quando nel 2018 sono stati 2.474 (-4%). In base al Rapporto, il totale dei costi sociali nel 2019 è stato pari a 171,39 milioni di euro. Numeri analoghi all’andamento anche nell’altra provincia di Terni e, di conseguenza, in tutta la regione. Il maggior numero di morti, oltre che nel territorio comunale di Perugia (6, come nel 2018) si sono registrati nel comune di Todi (5), Foligno e Città di Castello (4) seguiti da Gubbio (3). E come negli anni passati, sono sempre le strade urbane a far salire la statistica dei decessi, con ben 13 morti nel 2019, mentre se ne erano verificati 4 nel 2018. In tutti gli altri sistemi stradali, invece, la mortalità è in diminuzione secondo i dati accertati lo scorso anno.

Roma, dossier Aci-Istat, in bici si muore di più: «Raddoppiati i decessi»

Roma, strade killer, effetto buche e radici: Nomentana in testa

Inquietante, invece, addirittura il dato sul raddoppio dei decessi dei motociclisti, aumentati quelli a bordo di autovetture (+5), mentre pedoni e ciclisti hanno registrato variazioni minori (6 pedoni deceduti rispetto ai 7 nel 2018 e 2 ciclisti contro 1 nel 2018). Dall’analisi delle dinamimche dei sinistri, poi, emerge come la guida distratta seguita da velocità e mancato rispetto della segnaletica siano state le cause principali degli incidenti mortali. Tra quelli sulle strade urbane, oltre agli scontri frontali-laterali avvenuti, per lo più, su rettilineo, (che hanno causato 5 vittime), si segnalano gli urti o sbandamenti causati da ostacoli (anche buche o veicoli in sosta), che hanno provocato la morte addirittura di 4 persone. Dai dati si evince anche come le classi di età più colpite siano gli adulti tra 30-54 anni, soprattutto uomini, e gli anziani over 65 con, rispettivamente, 13 e 11 decessi. In entrambi i casi si tratta soprattutto di conducenti. Tra i feriti il primato va, invece, ai giovani conducenti tra i 18 e i 29 anni. Elemento positivo, infine, è che lo scorso anno non è stato registrato, come nel 2018, nessun decesso tra i bambini (0-13 anni), e questo è un obiettivo specifico dettato dal Piano nazionale della Sicurezza stradale per il 2020.

© RIPRODUZIONE RISERVATA