Gubbio: se n'è andato Giuseppe Battistelli, colonna dell'Università dei Muratori

Per gli amici era Peppe Torcolo. Aveva costruito una squadra di volontari impegnata su tanti fronti

Giuseppe Battistelli che gli amici chiamavano Peppe Torcolo
di Massimo Boccucci
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Domenica 7 Aprile 2024, 09:12

GUBBIO - Giuseppe Battistelli, per gli amici Peppe Torcolo, ha fatto la storia della città, anima e leader indiscusso di un manipolo di volontari che per la Festa dei Ceri è stato in prima linea nel dare il proprio supporto all’Università dei Muratori per le attività legate all’allestimento della Tavola Bona e la preparazione delle sale degli Arconi per i banchetti. Raccontano che fosse in grado di vedere, nella disposizione dei tavoli nella sala dell’Arengo del Palazzo dei Consoli se fossero fuori asse di appena un centimetro in un banchetto di 700 persone.

«Semo ‘na famija», amava ripetere il Caposquadra, considerato e ben voluto per il suo carattere sempre disponibile e rispettoso verso il prossimo, ma soprattutto per le innumerevoli attività di volontariato senza alcun interesse né vocazione esibizionistica. È stato anche balestriere e campanaro.

Lo si vedeva cuocere le castagne a San Martino e con una motofalciatrice a Sant’Ubaldo a tagliare l’erba intorno alla basilica, e anche tra i primi ad allestire l’Albero di Natale più grande del mondo (“Sembra un pajaro”, scherzava, oppure a dare una mano per i biglietti allo stadio nelle partite del Gubbio, fino a coordinare le Famiglie ceraiole per l’allestimento delle sale.

«L’Università dei Muratori Scalpellini ed Arti Congeneri stringe in un abbraccio i familiari - dice una nota del sodalizio -, ci ha lasciati un grande uomo esempio di eugubinità pura, sempre al servizio della città e delle sue tradizioni. Pioniere dell’unione fra generazioni, ha fondato la Squadra di Peppe Torcolo composta, appunto, da eugubini giovanissimi e meno giovani che collaborano per la riuscita degli eventi ceraioli all’ insegna dell’amicizia e del rispetto reciproco. Grazie Peppe per l’allegria, il tempo e le cose  belle che hai donato a noi e alla città tutta».

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