Scuola, la carica dei supplenti. Tra i precari del sostegno molti hanno perso il ruolo. Nomine annuali per 3.353 docenti

I neo specializzati: «Ci hanno messo in coda alla Gps: sorpassati da chi ha meno punti ed esperienza»

La sede dell'Ufficio scolastico regionale a Perugia
di Remo Gasperini
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Mercoledì 30 Agosto 2023, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 11:27

Chi ride, chi piange e chi va alla guerra come gli insegnanti di sostegno traditi dall’algoritmo “istruito" in maniera tale da metterli in coda proprio quando assaporavano legittimamente il passaggio in ruolo. E’ veramente un crogiuolo di sentimenti e fibrillazioni questo mese di agosto che tra nomine a tempo indeterminato e supplenze annuali ha coinvolto oltre 3.800 docenti precari umbri che dal 1 settembre inizieranno un altro anno di lavoro a termine: i più fortunati con uno stipendio garantito fino al 31 agosto (quelli che occupano posti in organico), per gli altri stop alla remunerazione con la fine delle lezioni a giugno. I bollettini delle nomine sono stati pubblicati in queste ore anche se grandi problemi al sito di Usr e Uffiuci Territoriali (inagibili per manutenzione straordinaria) hanno contribuito ad ammantare le attesissime nomine di un alone di mistero. L’Ust di Perugia ha pubblicato lunedì sera, mentre ieri pomeriggio è uscito il bollettino di Terni. I due uffici provinciali hanno diffuso i dati alle scuole e ai sindacati. Sono stati nominati 3.353 supplenti annuali di cui 2.524 a Perugia e 829 a Terni. Oltre il 60% delle nomine ha riguardato il Sostegno con la collocazione di 2.226 docenti che si aggiungono ai posti già ricoperti da chi è in ruolo.

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LA BEFFA All’inizio di agosto sono state fatte assunzioni da graduatorie dei concorsi per titoli ed esami (GM) e da Graduatorie a esaurimento (GAE): sulle 582 disponibilità totali del contingente assegnato all’ Umbria, sono stati immessi in ruolo 480 insegnanti con un centinaio di posti non assegnati per mancanza di graduatorie in alcune classi di concorso.

Questa fase d’immissione in ruolo non è filata liscia per i precari del Sostegno e avrà degli strascichi giudiziari. E’ infatti sorto un comitato spontaneo di docenti che con il mancato inserimento a pettine (secondo quindi i punteggi acquisiti tra servizio, titoli e Tfa, ovvero la specializzazione acquisita l’anno scorso), si sono visti collocare in coda perdendo così la possibilità di entrare in ruolo. «E’ l'ennesimo scandalo all'italiana dove si calpestano diritti, professionalità e merito di docenti specializzati peraltro in un comparto delicato come quello del sostegno agli alunni con disabilità» dice la professoressa Francesca Ioele. «Questo inserimento in coda alla graduatoria che non trova riscontro in alcuna legge – aggiunge il professor Francesco Miccio – fa sì che con pochissimi anni di servizio, con poca esperienza, meno specializzati e quindi probabilmente meno competenti altri precari possano scavalcare docenti più specializzati con più anni di servizio e quindi probabilmente più competenti. A nulla ci è servito il corso post universitario di specializzazione che ci è costato 3mila euro. Ma stavolta non molliamo, siamo già in contatto con un avvocato, stiamo raccogliendo adesioni anche da Terni e da altre parti d’Italia e il ministero deve rimediare a questa ingiustizia». «Non bastasse questo - rincara la Ioele - altro fatto gravissimo è che questa procedura ha messo in coda anche docenti con riserva perchè appartenenti a categorie protette (ex lg. 68 e possessori di 104) dunque scavalcati come se non fossero già abbastanza provati dalla vita, cosa assurda contraria a ogni normativa costituzionale... ».

I precari, oltre che puntare il dito su chi a livello centrale ha programmato l’algoritmo, hanno da eccepire anche sulle strutture periferiche: «Nelle graduatorie provinciali gli Ust hanno lasciato anche chi è da tempo in ruolo, e si tratta quasi delle metà dei presenti. Che ci vuole - osserva la docente Maria Grazia Ruzzi - a epurare la graduatoria che è su un file di Excel? Siamo disposti ad aiutare l’Ufficio se serve». «Visto che il primo punteggio d’immissione in ruolo di quest'anno era di 92 punti e l'ultimo di 49 punti, - aggiunge Miscio - ho considerato come aventi diritto i colleghi con punteggio da 49,5 in su, questo significa che il ricorso per la solo secondaria di secondo grado e per la sola provincia di Perugia riguarda 91 colleghi. A questi dovremmo aggiungere tutti quelli rimasti fuori per la secondaria di primo grado, Primaria e infanzia. In Italia ci sono stati migliaia di docenti defraudati da questo sistema»

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