Roma, nidi e materne nel caos: a due giorni dall’inizio mancano gli educatori e restano da nominare 6mila insegnanti

In programma questa mattina un vertice tra i sindacati e l’assessorato alla Scuola

Nidi e materne nel caos: a due giorni dall’inizio mancano gli educatori e restano da nominare 6mila insegnanti
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 30 Agosto 2023, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 09:45

Mancano quarantott’ore alla riapertura di nidi e materne, ma l’anno scolastico per i bambini dai zero ai 6 anni potrebbe iniziare con non pochi problemi. I sindacati, infatti, sono sul piede di guerra e chiamano in causa il Comune che gestisce le circa 500 strutture nel territorio di Roma: non sono stati ancora ufficializzati tutti gli incarichi per le 6mila educatrici in organico di Roma Capitale, passo necessario anche per capire se c’è la necessità di dover mettere in campo dei supplenti. Soprattutto, non è ancora chiaro se sono stati affidati gli incarichi per oltre 800 operatori impegnati nella cosiddetta “integrazione sulla disabilità”. Cioè, quelli che si occupano del sostegno ai bambini più deboli.

In una nota inviata al sindaco Roberto Gualtieri e all’assessore alla Scuola, Claudia Pratelli, la Fp Cisl chiede «urgenti chiarimenti in merito alla composizione degli organici delle strutture educative e delle scuole dell’infanzia, in quanto ad oggi non risulta alcuna circolare esplicativa sia della procedura di assegnazione del personale per singola struttura, sia della sostituzione dello stesso».

In più, si denuncia che «in alcune strutture educative, pur non avendo formalmente definito il modello di composizione degli organici stessi, siano stati dichiarati “esuberi temporanei”, spostando il relativo personale». 

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Scoperto anche il nodo della disabilità. Sì, perché se non bastasse ancora, «non esisterebbe, almeno formalmente, alcun atto che assicuri l’integrazione del personale sulla disabilità, tema largamente discusso e di grande sensibilità pedagogica rivolto ai piccoli utenti e alle famiglie stesse». Questa mattina si dovrebbe tenere un vertice tra i sindacati della funzione pubblica e l’assessorato alla Scuola, dove però sono convinti di riuscire a gestire la situazione. Spiega un’educatrice: «Venerdì apriamo regolarmente le scuole, ma non sappiamo ancora se verrà rispettato il rapporto, previsto dalla legge, di una maestra ogni sette alunni. Anche perché il Comune, in queste ore, sta spostando in accordo con i Municipi tutti i potenziali esuberi: cioè sta ricollocando il personale dove serve». 

Come detto, tra quarantott’ore è attesa la prima campanella e si temono criticità. «Credo - aggiunge la maestra - che nei primi giorni i disguidi saranno attutiti perché nidi e asili non restano aperti per tutta la giornata. Casomai, ci saranno non pochi riflessi sulla fase di “ambientamento” che si fa in questo periodo, con i genitori che partecipano a una parte delle lezioni con i piccoli per abituarli a stare a scuola. In sintesi, e nelle condizioni attuali, si rischia di dover mandare a casa tutti dopo un paio di ore». Per Giuliano Contaldi (Fp Cisl di Roma e Rieti) «resta incomprensibile il vuoto organizzativo che si sta manifestando e che, oltre a creare incertezza tra il personale, avrà inevitabili ricadute sulle famiglie dei piccoli utenti».

CONTRASTI

Da mesi, si registrano non poche frizioni tra i sindacati e il Comune sulla gestione di nidi e materne. L’assessore Pratelli, per esempio, ha rivendicato il lavoro fatto, ricordando che a fronte della forte denatalità nel territorio di Roma - «Nel 2022 - ha spiegato - sono nati quasi il 10 per cento di bambini in meno del 2021» - l’amministrazione ha comunque rafforzato l’offerta, per esempio riaprendo scuola dell’infanzia come la Mazzacurati, nel XI Municipio, la Orazio Amato ad Acilia e alcuni nidi tra Castel Giubileo e Casal Monastero. Sempre le parti discutono sia sul tentativo di superare tutta la precarietà tra gli insegnanti sia sui pochi fondi - 12 milioni di euro - destinati alle supplenze. 

Mirko Anconitani, segretario della Uil Flp Roma Capitale, teme invece «una catastrofe organizzativa», per quanto riguarda l’iter delle cosiddette progressioni orizzontali per nominare i coordinatori pedagogici. «Sicché la frittata è fatta e a settembre nidi e scuole riaprono senza queste importanti figure, che nella migliore delle ipotesi arriveranno all’inizio del 2024 a strutture aperte, con Poses e funzionari educativi ad operare senza che sia stata predisposta, presentata, prevista ed illustrata, una fase di transizione tra vecchia e nuova governance».

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