Falsi ricoveri, indaga la Corte dei Conti
Pagano medici e infermieri

L'indagine è dei carabinieri del Nas
di Luca Benedetti ed Egle Priolo
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Martedì 1 Ottobre 2013, 22:34 - Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 10:51
PERUGIA- Contiamo. Una prestazione rubata alla sanit regionale con il trucco dei falsi ricoveri pu costare anche trecento euro. E la Corte dei Conti ha messo nero su bianco quel numero per chiedere i soldi ai protagonisti dello scandalo delle analisi fatte gratis ad amici e parenti. Cos, raddoppia, l’inchiesta dei carabinieri del Nas che ha visto mobilitate le procure di tutta la regione e che hanno visto nel ruolo di truffati tutte le aziende sanitarie. Fino a oggi gli indagati sono 564, e anche la Corte dei Conti tira giù il suo bilancio. Fascicoli aperti dal procuratore Stefano Castiglione per i casi che hanno riguardato gli ospedali di Orvieto, Narni e Amelia. E altri due fascicoli sul tavolo del capo della procura regionale della magistratura contabile, Agostino Chiappiniello, che guarda con scrupolo e attenzione quello che è emerso (ma non è finita) dal lavoro della Procure di Perugia e Spoleto. «Si tratta- spiega con garbo e attenzione il procuratore Castiglione - di un brutto fenomeno da stigmatizzare, ma il nostro intervento è più sanzionatorio che risarcitorio».

Se il conteggio è presto fatto, la sola contestazione della Corte dei Conti che ipotizza il danno erariale, ha fatto mettere mani al portafogli a diverse delle persone indagate (in questo caso medici e infermieri). Per esempio i 35 sollecitati da Castiglione hanno pagato tutti (meno uno) prima che la procura mettesse mano all’atto di citazione. Soluzione per evitare il processo contabile, spese comprese. Ma non per evitare le vergogna della doppia indagine, quella penale e quella contabile che è seguita a ruota.

Il conto, si diceva. C’è chi deve pagare trecento euro (e alcuni l’hanno già fatto) ma la casistica più frequente è quella dei risarcimenti che vanno dai 20 ai 180 euro. Anche se per qualche indagato si conteggia soltanto un pugno di euro. Ma on è quello il punto. Il punto è che non si possono aggirare le liste d’attesa e non pagare il ticket pensando di farla franca. E il sospetto è che il fenomeno dei falsi ricoveri per non far pagare analisi e prestazioni, sia più ampio di quanto sono riusciti a circoscrivere i carabinieri del Nas guidati dal capitano Marco Vetrulli. Tant’è che in procura a Perugia qualche magistrato che ha chiesto di fare un altro passo avanti. Mettendo la retromarcia e andando a cercare tutti i casi sospetti degli ultimi anni. Non meno di due. Questo significa nuove acquisizioni (già avviate nelle scorse settimane) e la possibilità concreta, partendo dai casi dubbi, di avere la conferma che quel sistema dei falsi ricoveri era bel collaudato e studiato. Cioè di trovare altre decine di furbi che hanno raggirato la sanità pubblica per non fare la fila e, soprattutto, per non pagare.

Il trucco dei falsi ricoveri per fare analisi e ottenere prestazioni specialistiche, funzionava così. Il fortunato che poteva saltare le liste d’attesa e poi non pagava il ticket veniva fatto andare a reparto. Per esempio per il prelievo del sangue. E la provetta, regolarmente etichettata, finiva in laboratorio. Perché il Mario Rossi aggiunto alla lista che scendeva dal reparto, risultava, semplicemente un ricoverato. Ma in corsia c'era stato lo spazio di un prelievo. Niente fila al Cup, niente numeretto per consegnare le urine, niente eliminacode per il prelievo. E neanche un euro lasciato alle casse di Asl e Aziende ospedaliere. Finché l’inchiesta non ha raddoppiato e il lavoro del Nas è finito anche sul tavolo della procura regionale della Corte dei Conti. I magistrati con la calcolatrice sono stati inflessibili. Ogni analisi un prezzo, ogni prezzo il sospetto del danno erariale e la certezza di un processo. I maghi delle liste d’attesa raggirate, sono stati veloci anche di fronte alla giustizia. Ma stavolta hanno dovuto pagare il conto della loro furbizia. E la partita non è finita. Perché si dovrà contare, almeno, fino a 564. Il numero degli indagati (medici, infermieri e pazienti). Ma quel numero crescerà di sicuro.

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