Le Comunità Montane ci sono ancora
Regione: ora uno su 4 in pensione

Le Comunità Montane ci sono ancora Regione: ora uno su 4 in pensione
di Federico Fabrizi
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Domenica 1 Giugno 2014, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 18:13
PERUGIA - La maggior parte passer in forza alle “nuove Province” e uno su quattro andr in pensione. deciso il destino dei 220 dipendenti delle vecchie - highlander

- Comunit Montane, quelli che nessuno voleva: dovevano essere trasferiti in blocco alle Unioni dei Comuni, ma il tempo di mettere d'accordo i sindaci, disegnare i

confini sulla carta e la legge cambiata. Risultato: le Montane sono rimaste in liquidazione per un annetto, con l'intero battaglione di dipendenti che ha rischiato di

trovarsi abbandonato in mezzo al deserto.

La Regione sta mettendo a punto gli ultimi dettagli di

un ddl ad hoc. Una legge-ponte per gestire il periodo di riassetto degli enti. Al centro c'è il destino delle

Province, che resteranno in piedi - almeno per un po' - ma saranno un'altra cosa.



A monte c'è la riforma scritta da Graziano Delrio: per le Province non si vota più, consiglio e presidente non sono più eletti, restano enti intermedi fra Comuni e Regioni, composti dai sindaci che tengono alcune

competenze. Il ddl sarà varato dalla giunta Marini nei prossimi giorni per mettere in ordine proprio questo. Ci stanno lavorando i tecnici dell'assessorato di Fabio Paparelli. Nella partita c'è la formazione, cioè i centri per l'impiego, insieme all'urbanistica: i piani regolatori non saranno più approvati dal consiglio provinciale, che non esisterà più, ma resterà una competenza sovracomunale. E poi: la tutela ambientale, oggi divisa tra Regione Provincia, destinata probabilmente a spostarsi più verso la prima. E gli uffici delle attuali «Comunità-montane-in-liquidazione», che oggi si occupano anche di servizi per l'agricoltura: sono destinati a passare alle nuove Province con tutti i dipendenti.



Dopo la riforma di Carlo Liviantoni - eravamo nell'era Lorenzetti - le 5 Comunità Montane rimaste sono passate attraverso la strizzata della legge regionale 18 del 2011, in cui era scritta la parola magica «scioglimento». I 900 dipendenti sono stati divisi in due gruppi. «Di qua i forestali», aveva detto la Giunta - circa 600 addetti finiti nella “Agenzia forestale” con i suoi problemi nel pagare gli stipendi in tempo - e di là sono rimasti in 220. Oggi sono in forza alle Comunità Montane «in liquidazione» e mai sciolte. I presidenti nel frattempo sono stati costretti a cambiare mestiere: sono diventati liquidatori. I 220 dovevano passare alle Unioni dei Comuni - 12 o 10 in tutta la Regione, s'era detto - ma poi il Governo ha cambiato le carte in tavola: «Le Unioni dei Comuni non si possono fare».



E i 220? Destinati alle nuove Province, quelle riformate da Delrio. Ma non tutti: una cinquantina andranno in pensione nei prossimi mesi. Sono quelli che arrivano a 97 sommando l'età agli anni di contributi. Partita da chiudere a stretto giro: i sindacati vogliono evitare che qualcuno debba passare attraverso un breve periodo di mobilità.
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