L'agonia senza fine delle Comunità montane: commissari inadempienti revocati e riconfermati

L'agonia senza fine delle Comunità montane: commissari inadempienti revocati e riconfermati
di Pierfederico Pernarella
3 Minuti di Lettura
Lunedì 22 Marzo 2021, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 13:14

Inadempienti, ma tutti o quasi riconfermati. Continua, non senza paradossi e ancora con qualche spreco, l'agonia senza fine delle Comunità Montane del Lazio. Tredici anni dopo l'approvazione della legge che ne prevedeva il riordino, non si riesce ancora a leggere i titoli di coda. Quest'ultima, anzi, come suggerisce la saggezza popolare, è la più dura a scorticare.

E così le nomine dei commissari e sub commissari per la liquidazione degli enti, avvenute a gennaio dello scorso anno, che dovevano preludere all'imminente chiusura della partita, diventano l'ennesimo atto da rivedere per l'ennesima scadenza. 

Tutte le Comunità Montane del Lazio, infatti, sono risultate inadempienti perché nessuna di queste ha presentato il bilancio finale di liquidazione entro il termine fissato dalla Regione al 30 luglio.

Le precedente scadenze erano state fatte slittare considerando la situazione eccezionale determinata dalla pandemia, ma questi rinvii non sono bastati a far assolvere agli obblighi.

Obblighi assunti non per amor di patria, ma dietro il pagamento di un'indennità mensile non trascurabile, pari al 20% per i commissari e 10 per i sub commissari delle retribuzioni dei consiglieri regionali. Quindi circa 1.520 euro al mese per i primi, e 760 euro per i secondi. Dal febbraio 2020 ad oggi i commissari e i sub commissari sono stati in grado di presentare, peraltro oltre il tempo massimo, soltanto il bilancio iniziale per la liquidazione.

Per tali inadempienze la Regione Lazio, come previsto dalla norma, ha revocato tutti gli incarichi di commissario e sub commissario, mantenendo soltanto i commissari. E questi ultimi sono stati tutti individuati in quelli che lo erano già: Achille Bellucci per la XII Comunità dei Monti Ernici; Oreste De Bellis per la XIX L'Arco degli Aurunci; Giovanni Iorio per la XXI Monti Lepini Ausoni e Valiva; Antonio Iannetta per la XIV Valle di Comino.

Due sole le eccezioni. La prima è quella di Gianluca Quadrini, ex commissario della XV Comunità Valle del Liri, sostituto da Rossella Chiusaroli. La seconda è quella di Augusto Carè, ex commissario della XVI Comunità Montana Monti Ausoni. Anche in questo caso era già pronto il decreto di revoca come per i suoi colleghi e al suo era stato designato Francesco Piccirilli, sindaco di Falvaterra. Carè (che di Piccirilli, il suo sostituto, è il vice) con perfetta tempestività, prima della pubblicazione delle revoche degli incarichi, si è dimesso. Quindi ora la Regione dovrà procedere a un nuovo atto di nomina, si presume sempre nella persona di Piccirilli.

Ora i commissari rinominati avranno 60 giorni di tempo per inviare alla Regione Lazio il bilancio finale per la liquidazione degli enti montani, atto necessario per la loro dismissione. E chissà se entro questa estate si chiuderà un processo di riordino iniziato soltanto nel 2008. Tredici anni fa.

Nel frattempo le Comunità Montane della provincia di Frosinone, dal 2013 ad oggi, al netto delle indennità corrisposte in questi mesi a commissari e sub commissari, sono costate alla Regione Lazio circa 23 milioni e mezzo di euro. Poco meno della metà delle risorse è servita soltanto a coprire le spese di funzionamento. Negli ultimi tre anni, anzi, ci sono state solo queste. E per mettere la parola fine a enti che di fatto non esistono più, se tutto va bene, saranno serviti un altro paio di anni.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA