Flavio e Gianluca morti, Diotallevi (Ac): «Tutti responsabili, a Terni emergenza educativa»

Flavio e Gianluca morti, Diotallevi (Ac): «Tutti responsabili, a Terni emergenza educativa»
di Aurora Provantini
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Giovedì 23 Luglio 2020, 09:02 - Ultimo aggiornamento: 09:05

TERNI La festa delle scuole, a tre giorni dai funerali di Flavio e Gianluca, si è celebrata e tutto sembra essere tornato come prima. «Invece la prima cosa che abbiamo il dovere di fare è testimoniare che il dolore continua intatto e intatta, seppur nella fatica di trovare le parole, è la vicinanza ai genitori e a tutti quelli che più direttamente soffrono la perdita dei due amici. Vicinanza, nella preghiera, e non solo». Luca Diotallevi, presidente dell'Azione Cattolica Diocesana di Terni, Narni, Amelia, e professore ordinario di sociologia all'Università Roma Tre, sostiene che si debba riconoscere l'esistenza di un partito: «Quello di coloro che non possono e non vogliono rimuovere questo dolore». Ci si deve fermare a riflettere su quello che è accaduto. «Se vogliamo essere onesti spiega Diotallevi - dobbiamo riconoscere due cose. La prima è che la nostra comunità cittadina è in piena emergenza educativa. La seconda è che l'impresa educativa non è un'impresa individuale, ma un'impresa comune. Non educa solo chi ha figli, chi ha studenti, chi ha atleti da allenare, giovani al catechismo o nipoti. Tutti educhiamo, o diseduchiamo, seppure in proporzioni diverse. Perché tutti, con ciascun nostro comportamento, o diamo forza o indeboliamo quelle istituzioni, solo appoggiandosi alle quali chi ha un figlio, un nipote o un allievo, può dire i sì e soprattutto i no senza i quali non si dà educazione». «Per questa ragione non basta solo avvertire il dolore per la morte di Flavio e Gianluca, ma occorre anche riconoscere la propria parte di colpa». Alla domanda: Dove abbiamo sbagliato? Diotallevi risponde: «Abbiamo sbagliato tutte le volte che abbiamo pensato che i valori, le norme e le conoscenze fossero indifferenti o al massimo fatti esclusivamente privati. In questo modo abbiamo fregato i giovani e nascosto dietro un velo di ipocrisia la nostra miseria di mancati adulti. La cultura del metadone è il simbolo della diserzione educativa». «Per educare ciascuno si deve esporre con la responsabilità delle proprie opzioni di valore e di metodo, in spirito di servizio e senza fanatismi. Senza amore, senza ricerca della verità, senza spirito autocritico e senza libertà non c'è educazione». «La esperienza del dolore e la coerenza della responsabilità richiedono che tutte e tutti, insieme, senza deleghe, riprendiamo con maggior forza e maggior lucidità l'impresa educativa. Se abbiamo sbagliato, in almeno due casi stiamo continuando a sbagliare. Questo vale in particolare per la nostra comunità ternana. Innanzitutto perché sempre più diffusa è la nostalgia per l'autoritarismo, vera negazione della autorità educativa. Perché mentre i no dell'autoritarismo imprigionano, i no dell'autorità educativa liberano. Una società libera richiede più educazione e più autorità educativa di una società chiusa», secondo il presidente di Ac. «Il secondo errore continua Diotallevi è credere che l'autorità educativa abbia bisogno di richiamarsi solo al passato: non c'è educazione senza una forte speranza. Una Terni che da decenni cerca la propria identità solo nel suo passato alimenta anche così la propria emergenza educativa».

Questa speranza come po' trasformarsi in progetto? «A due condizioni. La prima è di mantenere sempre aperti i canali. Idee, culture e persone, debbono poter entrare ed uscire più facilmente da Terni. Sarebbe grave non cogliere il nesso profondo tra l'aggravarsi della crisi educativa che vive la nostra città e la scandalosa crisi in cui versano i suoi collegamenti infrastrutturali. La seconda condizione è che non si può essere educatori per caso. È quindi straordinariamente urgente incrementare la severità delle procedure che selezionano e confermano gli educatori: in qualsiasi ambito sociale. Oggi capiamo meglio che educare è continuare a far nascere: in chi educa questo richiede forza interiore e preparazione, convinzioni profonde e capacità di rispetto: tutta roba che non può mai essere scontata».

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