Perugia, svolta centrosinistra: Vittoria Ferdinandi candidata a sindaco. Tensione nel Pd, il segretario Cristofani verso il passo d'addio

Sfida a Margherita Scoccia per il dopo Romizi

Vittoria Ferdinandi
di Luca Benedetti
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Martedì 23 Gennaio 2024, 22:46

La svolta del centrosinistra è quella nata a margine di Patto Avanti, domenica al 110 Caffè. Svolta significa che il centrosinistra ha il candidato sindaco con cui sfidare Margherita Scoccia (Fdi, per il centrodestra). Tutti gli indizi portano a Vittoria Ferdinandi, 37 anni, una benedizione arrivata dal tavolo del centrosinistra di ieri pomeriggio a palazzo Cesaroni. Tavolo doppio perché c’erano i rappresentanti regionali di Pd, M5S, Alleanza Verdi-Sinistra, Demos, Psi e Civici. Ma non c’era il segretario cittadino Cristofani. La rappresentanza perugina dei Dem era della capogruppo a palazzo dei Priori, Sarah Bistocchi. Certo, c’era Tommaso Bori e menare le danze, ma lui è solo segretario regionale. Non c’è un foglio in cui ci sia il nome della Ferdinandi, ma è l’unico che mette tutti d’accordo. Spuntato già prima di domenica. E decollato al 110 Caffè con Roberto Fico (M5S), Marco Sarracino (segreteria nazionale Pd), Elisabetta Piccolotti (Avs), il segretario nazionale del Psi Enzo Maraio, il presidente di Democrazia solidale- Demos Mario Giro e Gianfranco Mascia, portavoce di Europa Verde oltre ai Civici con il sindaco di Spoleto, Andrea Sisti. Il lungo dialogo davanti a tutti tra Sisti e la Ferdinandi, le parole del Cavaliere della Repubblica sull’apertura in caso di chiamata, hanno dato più che un indizio. E in due giorni la partita è, di fatto chiusa. Il tavolo di ieri pomeriggio si è dato un data: martedì 30 per illustrare il manifesto dei lavori di Patto Avanti e dare alla città il nome del competitor del campo largo. Altri nomi? I bookmaker li danni allo zero virgola (la Tizi anche di meno), da Luca Ferrucci a Paolo Belardi che domani potrebbe annunciare il nuovo corso della sua avventura. Dentro al campo largo senza candidarsi. È un’ipotesi.
La svolta è chiara all’inizio del pomeriggio quando Sauro Cristofani, da due anni segretario cittadino del Partito Democratico, convoca d’urgenza la segreteria. Con un unico punto all’ordine del giorno: comunicazioni del segretario. Il tam-tam dei Dem ipotizza un passo indietro del segretario di estrazione Margherita. Ieri sera nella sede di Madonna Alta la segreteria ha fatto notte. La strambata sulla Ferdinandi dopo il via libera al campo largo, ha messo all’angolo Cristofani. Niente segreteria convocata da tempo, si racconta, niente assemblea a parte lo scontro non scontro sulle primarie non primarie e il tavolo della coalizione fermo dal 22 dicembre. In attesa di una mossa di Progetto Perugia, con Cristofani che, nei bilaterali, avrebbe proposto anche Filippo Calabrese come candidato sindaco. La mossa del campo largo lo spiazza. Anche se qualche maggiorente invita ad andarci cauto con le dimissioni: può il Pd reggere la campagna elettorale senza segretario? Anche i contras sono pronti al sostegno della donna, una vita a sinistra, scelta come eroe civile da Sergio Mattarella. Vuol dire partito unito, non poco nella sfida con mille salite per riprendere palazzo dei Priori.

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