Quei viaggi da Perugia a Londra del sarto Lemmi per i vestiti di Vialli: «La prima volta ordinò 15 camicie e tre giacche».

VIttorio Lemmi con Gianluca Vialli
di Mario Mariano
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Sabato 7 Gennaio 2023, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 10:38

«Gianluca Vialli era lontano anni luce dal prototipo del calciatore tradizionale, all’inizio per me e mio padre Augusto era solo un cliente di riguardo, ma con il tempo è nato un sentimento di amicizia che conserverò gelosamente». Vittorio Lemmi ha ereditato dal padre l’arte sartoriale e anche dopo la scomparsa del genitore nel2018,hacontinuatoafrequentare Gianluca Vialli, scomparso ieri a Londra dopo una malattia combattuta per cinque anni.

«L’ultima volta ci siamo visti due anni fa, quando sembrava che la sua convalescenza stesse procedendo per il meglio.

Sono salito a Cremona e Gianluca mi ha invitato a pranzo. Abbiamo parlato di tutto,di famiglia,di lavoro,di golf. Non c’ era motivo di soffermarsi sullasaluteperché come ho detto al di là di un giustificato dimagrimentotuttoeracomeprimadella diagnosi di tumore al pancreas».

Uno spicchio di Perugia prima a Londra e poi in Italia : Vialli si era affidato ad un artista dalle mani d’orograzieadunaseriedicoincidenze. Si era appena trasferito al Chelsea dopo gli anni d’oro di Sampdoria,JuventuseNazionale quando conobbe un lord inglese. Non c’era internet, ma il passaparola ha sempre avuto una forza eccezionaleforzapenetrativa.

QUI LONDRA

«Mio padre ha sicuramente inventato uno stile nella sartoria artigianale, che ha oltrepassato i confini nazionali. Un rappresentante della nobiltà inglese era diventato un nostro cliente abituale e almeno due volte all’anno raggiungevamo Londra per la scelta di camice e abiti conoscerci. Quella donna è stato il nostro punto di riferimento e Gianluca fin da quando era giocatore allenatore del Chelsea si avvaleva delle sue straordinarie doti organizzative. Metteva ordine negli appuntamenti e quando ci incontravamo a Londra occorrevano almeno due giorni per provini degli abiti. Ricordo che dopo il primo incontro, Gianluca ordinò 15 camice e tre giacche. I suoi gusti erano tradizionali, amava i gessati e giacche a doppiopetto».

Un rapporto che si è rafforzato nel tempo e che è andato oltre la relazione commerciante - cliente. In mezzo ci sono i sentimenti, quelli veri. «Quando mio padre nel 2018 è mancato, Gianluca e la sua famiglia mi sono stati molto vicino. Ho raccolto tante sue confidenze che conservo tutte gelosamente nel mio cuore. Oggi ho voluto sentire più volte un dei suo whatsapp vocali. Non mi chieda il contenuto perché sono emozioni che non si possono sbandierare : era un nostro modo di aprirci e raccontarci anche cose molto personali».

Vittorio Lemmi ha vissuto all’ombra di un genitore carismatico, innovativo, un atelier frequentato da grandi artisti come ad esempio Charles Aznavour. «Ripeto, da noi sonopassati oltre  ad artisti tanti personaggi del mondo dello sport, calciatori e dirigenti, ma Vialli era davvero una mosca bianca :era un lord inglese prima ancora di sbarcare a Londra».

PASSIONI

Passioni condivise come quella per il golf con tornei organizzati sempre con una finalità di beneficenza.«Il caso ha voluto che pallina e bastoni fossero un altro argomento ricorrente. Gianluca aveva fondato una fondazione con Mauro, suo ex compagno di squadra alla Juventus, con finalità benefiche, elargizioni di finanziamenti per la ricerca sul cancro, sempre coinvolgendo tanti campioni. Ho partecipato più volte a tornei prestigiosi, in coppia con Nicola Caricola, amico di Gianluca, anche lui ex juventino».

Lemmi nelle ultime settimane era rimasto in contatto con componenti la famiglia per essere aggiornato sulla evoluzione della situazione clinica. «Ho perduto un amico, una personasemplice,maiconcentrata sui suoi trionfi del passato. Ha volutocondividere anchecon me la sua gioia per la vittoria dell’Italia agli Europei, a conferma che nell’amicizia con un campione contano i sentimentie non le partite giocate». 

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