Perugia, coppia di fidanzati picchia un ragazzino per i soldi: assolti per un errore

Perugia, coppia di fidanzati picchia un ragazzino per i soldi: assolti per un errore
di Egle Priolo
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Martedì 16 Aprile 2024, 06:37

PERUGIA - Lo hanno minacciato e picchiato. Offendendolo e mandandolo pure in ospedale. Eppure ieri sono stati entrambi assolti. Non perché sia stata provata la loro innocenza, come sarebbe stato anche nel loro diritto, ma per un errore procedurale. L'assenza di querela, infatti, ha convinto il giudice Lidia Brutti a emettere una sentenza di non doversi procedere per mancanza di condizione di procedibilità. Una decisione in punta di diritto o per un cavillo che dir si voglia, con la coppia – , un ragazzo e la sua fidanzata, già noti alle forze dell'ordine anche per episodi simili – che così evita una condanna. Con un procedimento durato quasi quattro anni e finito per uno sbaglio.

Con il rammarico della parte offesa, un ragazzino minorenne che quel 6 settembre 2020 in ospedale è arrivato con ferite vere e vero terrore, altro che errore. Raccontando poi ai sanitari e alle forze dell'ordine la violenza subita: violenza finita presto nel fascicolo con cui il sostituto procuratore Gennaro Iannarone ha accusato la coppia di fidanzati di minacce e lesioni personale aggravate. Secondo il capo di imputazione, infatti, la ragazza «come istigatrice» e il fidanzato «quale autore materiale», con «più azioni esecutivo di un medesimo disegno criminoso» hanno aggredito la parte offesa, all'epoca nemmeno maggiorenne.

Quindi, piccolo e, anche solo per la legge, indifeso. Perché? Perché aveva detto no alle pretese della coppia. Perché «non aveva accolto la richiesta» della ragazza «a ottenere del denaro». Così, con la scusa di aver saputo che il minorenne l'aveva insultata, il giovane lo ha prima minacciato («Ti spacco la faccia») e poi è passato direttamente alle vie di fatto. Senza farsi alcuno scrupolo, ha colpito il ragazzino «con pugni sulla testa ed infine con uno schiaffo che cagionava la rottura degli occhiali indossati dalla parte offesa, in tal modo provocandole lesioni personali consistite in “contusione del capo ed emivolto sinistro” giudicate guaribili in quattro giorni». Ma dopo il danno, l'ulteriore beffa, per un giovanissimo forse anche peggiore del colpo il pieno viso. Quella inferta dalla ragazza che avvicina la vittima e ribadisce il concetto con l'insulto: «Mi dispiace che ti ha picchiato lui perché avrei preferito dartele io. Non ho paura di te che tremi». Così i due bulli hanno, secondo le accuse, annientato e umiliato il ragazzino, approfittando – da qui l'aggravante – della sua minore età, considerata la circostanza che ne ha anche ostacolato la «privata difesa». Ma alla fine ne sono usciti puliti. Assolti per un errore.

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