Commissione edilizia a Palazzo Spada
il Consiglio sfida gli ordini professionali

Palazzo Spada, la sede del municipio
2 Minuti di Lettura
Sabato 7 Febbraio 2015, 06:03 - Ultimo aggiornamento: 13:38
Terni - Si profila un altro scontro all'interno del Comune di Terni sul nuovo regolamento per la commissione edilizia. Scontro tra assemblea e giunta e tra consiglio e ordini professionali.

Niente eccezioni. Nella commissione edilizia devono ruotare tutti, sia i commissari di nomina politica che quelli espressi dagli ordini professionali (geometri, geologi, architetti, ingegneri...). E per tutti deve valere anche la regola che non si possono avere più di due mandati e oltretutto non devono essere consecutivi. Un brutto colpo per chi occupa il posto nell'organismo persino da decenni.

La prima commissione consiliare di Palazzo Spada, presieduta da Faliero Chiappini, non torna indietro. A maggioranza, con l'unica eccezione di Stefano Fatale che ha sposato le tesi del suo collega di gruppo Francesco Chico Ferranti, esprimendo voto contrario, ha riproposto la regola ferrea della rotazione per tutti.

Nel nome della trasparenza e di una rotazione degli incarichi che nonostante le norme dettate dalle logiche dell'anticorruzione e i “modelli” vantati (forse non troppo a ragione!) dal sindaco Di Girolamo nei giorni scorsi sul Messaggero, finora in Comune non sono mai stati varati.

La prima commissione consiliare ha anche proposto la modifica del regolamento per integrare l'organismo tecnico con un esperto per l'abbattimento delle barriere architettoniche che sarà proposto dalle associazioni dei disabili.

Tra le novità proposte ci sono anche quelle delle incompatibilità per chi ha subito condanne in materia edilizia e, naturalmente, per chi ha interessi specifici negli atti in trattazione. Poi c'è la questione politica, quella che prevede le nomine non più affidate al sindaco e alla giunta ma al consiglio comunale.

«Rispetto alle polemiche dei giorni scorsi - sottolinea Faliero Chiappini - va rilevato come non vi siano nel merito di questo atto ingerenze politiche della commissione nei confronti degli ordini, i quali liberamente decideranno i loro membri, senza lesione alcuna del diritto di rappresentanza».

La questione tornerà ora in Consiglio dove si è già registrato un largo consenso sulle modifiche da parte di quasi tutti gli schieramenti. Ma le novità sono forti e le sorprese possibili.

d.cil.

© RIPRODUZIONE RISERVATA