Ospedali, la rivoluzione dei primariati. Tagliate 20 strutture complesse: due Ortopedie in meno e tre Radiologie

Cosa succede a Foligno e Spoleto. Perugia ne guadagna tre e Terni ne perde una. La critiche del centrosinistra

L'ospedale di Perugia
di Luca Benedetti
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Sabato 30 Dicembre 2023, 09:06 - Ultimo aggiornamento: 10:12

Meno venti strutture complesse. Cioè taglio di venti primariati. Ecco uno dei passaggi chiave della delibera della giunta regionale che riorganizza gli ospedali, mette sul piatto di Terni la sanità convenzionata con i privati e blinda il Terzo Polo Foligno-Spoleto.
I numeri dicono che le strutture complesse scenderanno da 176 a 156, cresceranno di due unità, invece, le strutture semplici: da 186 a 188. Il taglio viene gestito in parte con il Terzo Polo, avrà un peso la convenzione con l’Università per le Aziende ospedaliere di Perugia e Terni, nella partita a scacchi non si arriva con un semplice meno davanti. Perché c’è qualche più, sia per i primariati che per gli ospedali.
A guardare la tabelle allegate alla delibera, per esempio, per le strutture complesse, l’Azienda ospedaliera di Perugia ne guadagna tre (passando da 48 a 51), Terni ne perde una (da 40 a 39), la Asl 1 ne brucia 15 (da 45 a 30) e la Asl 2 nove (da 45 a 36). Nel lunghissimo elenco con più, meno, ante piano 2016 e riallineamento, il quadro dice così: la direzione di una struttura complessa di Cardiologia in meno (da 8 a 7), taglio di due Chirurgie generali(passano da 10 a 12), ci sarà una Chirurgia pediatrica da zero, le strutture complesse di Gastroenterologia vengono dimezzate passando da quattro a due, ci sarà una struttura complessa di Malattie endocrine, addio a quattro strutture complesse di Medicina generale che scendono da 17 a 13, neurologia scende da 5 a quattro, scendono da tre a due le strutture complesse di Oncologia con posti letto, perde du strutture complesse l’Ortopedia e traumatologia passando da nove a sette, tagli di una per la Radioterapia oncologica (da 3 a due), non ci sarà più la direzione di un presidio (scendono da 8 a 7), le strutture complesse di Radiologia scendono da dieci a sette, cresce di uno la Reumatologia, scende di una la Neonatologia e vengono cancellate tutte e quattro le Strutture complesse della Terapia del dolore che non hanno posti letto.
Visto che il Terzo Polo ha un peso chiave nel riassetto, l’integrazione delle Unità Operative per discipline tra gli ospedali di Foligno e Spoleto porta alla riduzione di sette strutture complesse. Per esempio la Cardiologia sarà unica con direzione a Foligno dove ci sarà l’Utic; l’Ortopedia e Traumatologia sarà a guida “spoletina” come la Radiologia. Terapia intensiva a guida “folignate”. A proposito di Rianimazione: a Foligno tredici posti letto (e quindici di semintensiva) e a Spoleto sei e altrettanti di semintensiva.
Sul fronte delle strutture semplici, il saldo positivo di due, ridisegna così gli equilibri: meno due per l’Azienda ospedaliera di Perugia che scende da 30 a 28; meno undici per il Santa Maria di Terni che passa da 63 a 52; meno cinque per la Asl1 e più venti per la Asl 2.
LA POLEMICA
Sul riassetto attacca il centrosinistra in consiglio regionale. «Ormai il decadimento della sanità Umbra-dicono in una nota i gruppi di Pd e M5S - è una brutta realtà.

Basta recarsi in un qualsiasi ospedale o distretto o provare a prenotare una visita per rendersene conto. Per questo siamo tutti chiamati a lavorare per salvare la sanità pubblica rendendola accessibile a tutti”, così i gruppi di minoranza PD E M5S del Consiglio regionale, dopo l’atto di delibera della Giunta che prevede la riorganizzazione delle rete ospedaliera regionale. «Questa Giunta – viene evidenziato dai consiglieri regionali – continua a produrre, in assenza di uno straccio di Piano Sanitario Regionale, atti di programmazione sanitaria con una modalità quasi pirotecnica. Il supposto piano di efficientamento della spesa sanitaria e un riordino della rete ospedaliera, tutto proteso a salvaguardare le opportunità per l’ospedalità privata e trascurando, in maniera colpevole, i problemi della rete pubblica che lascia sul campo 20 Strutture Complesse con accorpamenti che penalizzano alcuni ospedali».

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