Orvieto, donna risarcita per le cure sbagliate dopo due incidenti domestici
ma la corte dei conti esclude la responsabilità dei medici dell'ospedale

Orvieto, donna risarcita per le cure sbagliate dopo due incidenti domestici ma la corte dei conti esclude la responsabilità dei medici dell'ospedale
di Nicoletta Gigli
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Lunedì 21 Novembre 2022, 17:30

ORVIETO - Due infortuni domestici nel giro di tre mesi. E altrettanti interventi del personale medico in forza all’ospedale di Orvieto che, per la paziente, erano sbagliati.

La donna orvietana, all’epoca 38enne, dopo una lunga trafila di cure mediche per porre rimedio ai danni che avrebbe subito, presentò un conto salato all’Usl Umbria 2.

Dopo la lunga causa civile la vicenda si chiuse con un accordo transattivo e col pagamento di 88mila euro alla vittima dei due presunti episodi di malasanità.

Inevitabile la citazione dei due medici, un uomo di 65 anni e una donna di 61, entrambi orvietani, da parte della procura regionale della corte dei conti dell’Umbria, che ipotizzava un danno alle casse della sanità.

La procura, ritenuto che le lesioni sarebbero state arrecate alla paziente dal comportamento gravemente colposo dei medici, ha concluso chiedendo la condanna dei medici a risarcire i danni prodotti, liquidati nella somma complessiva di 88mila euro in parti uguali in favore della Usl Umbria 2 e della Regione Umbria.

Per la corte dei conti, con la sentenza pubblicata in queste ore «non sono ravvisabili profili di negligenza, imprudenza o imperizia» a carico dei due medici del Santa Maria della Stella. Nel rigettare la domanda della procura regionale si dispone di liquidare ai due sanitari la cifra di 4mila euro per le spese di difesa.

Alla base del procedimento contabile i due infortuni domestici di cui fu vittima la 38enne orvietana, che risalgono al 2010.

Il primo si verificò il 20 agosto.

In seguito a una caduta in casa la donna, che si era fratturata l’omero, fu costretta a ricorrere alle cure dell’ospedale di Orvieto. Qui fu sottoposta, dal medico 65enne chiamato a risarcire il danno erariale, ad un delicato intervento chirurgico di osteosintesi che però ebbe un esito non positivo. Tanto che la donna, mesi dopo, fu costretta a recarsi all’ospedale di Terni per sottoporsi ad un nuovo intervento.

Durante la convalescenza, il 24 ottobre, il secondo infortunio in casa. La signora, che si era ferita con un vetro di bottiglia, arrivò al pronto soccorso orvietano con una ferita da taglio e con la lesione completa di un tendine del pollice. Ad occuparsi di lei la specialista in ortopedia, anch’essa finita nel mirino della procura contabile, che non avrebbe eseguito correttamente l’intervento di pronto soccorso, causando conseguenze invalidanti per la funzionalità della mano.

La perizia medico legale svolta durante il processo di fronte al tribunale di Terni censurò i due interventi. Quattro anni fa l’accordo e il pagamento alla paziente orvietana di 88mila euro. Per la corte dei conti «la transazione doveva essere fatta rispettando i crismi di trasparenza e logicità, che nel caso in esame non sono stati rispettati poiché è stato liquidato un unico risarcimento per due distinti sinistri, imputabili a due medici diversi, senza neppure distinguere le quote risarcitorie».

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