«Processate la ‘ndrangheta a Perugia»

Il procuratore Nicola Gratteri
di Michele Milletti
3 Minuti di Lettura
Domenica 14 Giugno 2020, 07:39
PERUGIA - «Processateli tutti». Firmato Domenico Guarascio, Paolo Sirleo, Antonio De Bernardo e Andrea Giuseppe Buzzelli, magistrati della procura di Catanzaro diretti dal super procuratore Nicola Gratteri. Processateli tutti e processate anche la ‘ndrangheta a Perugia, quel gruppo di personaggi di origine calabrese ormai radicati nella realtà cittadina e, per gli investigatori, propaggine di un “locale” di ‘ndrangheta operante a San Leonardo di Cutro al cui vertice ci sarebbe Alfonso Mannolo.
Novantasei le persone cui lo scorso febbraio i magistrati avevano notificato la conclusione delle indagini: nei giorni scorsi è stata depositata nella cancelleria del gup del tribunale di Catanzaro l’istanza di richiesta di rinvio a giudizio per 95 di loro visto che uno, Antonio Ribecco (considerato il capo del traffico di droga tra Perugia e la casa madre), è deceduto qualche tempo fa in carcere dopo essersi ammalato di coronavirus. Tra questi, oltre 20 sono i “perugini”: 23 erano (venti in carcere e tre agli arresti domiciliari) finiti in manette in città lo scorso dicembre all’esito dell’operazione denominata “Infectio” che approfondiva quanto emerso nel maggio 2019 in occasione dell’operazione “Malapianta” riguardo le attività illecite delle cosche di ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro (Mannolo, Zoffreo e Trapazzo). Complessivamente erano stati sequestrati beni per dieci milioni di euro.
I magistrati, nella conclusione indagini, avevano riunito i due filoni. Va ricordato come diverse sono le accuse mosse a vario titolo agli indagati: associazione mafiosa, associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e al compimento di reati finanziari e contabili, estorsione, detenzione e occultamento di armi clandestine.
In Umbria, sempre secondo quanto ricostruito dalle indagini della sezione Criminalità organizzata della squadra mobile di Perugia coordinata dalla Dda di Catanzaro, la ‘ndrina perugina avrebbe messo in piedi un traffico importante di cocaina con la Calabria, minato la libera concorrenza nell’esecuzione di lavori edili mediante le estorsioni e avrebbe (almeno stando ad alcune intercettazioni), cercato di intromettersi nella scelta dei candidati per le elezioni. Le presunte attività criminali sarebbero state concordate con la cosca Grande Aracri di Cutro, da cui dipende la fazione di San Leonardo.
«Già dieci anni fa arrivammo a Perugia con un’inchiesta sulla ‘ndrangheta. Ricordo un’intercettazione ambientale, moglie e marito imprenditore parlano del nuovo socio e lei dice che non gli piace. Poi si sente bussare alla porta e il personaggio calabrese e rassicura i due: “da oggi ci pensiamo noi”. Gli imprenditori non possono continuare a raccontare la storiella che non sanno chi sia chi li avvicina. Se vengo con due valigie piene di euro non puoi dire che non capisci che quello è riciclaggio. Lo ‘ndranghetista non viene con la coppola, non spara. Porta soldi». Firmato, Nicola Gratteri.
L’ufficialità ancora non c’è, perché manca l’avviso di fissazione dell’udienza preliminare, ma è concreta la possibilità che l’udienza preliminare dei due procedimenti riuniti “Malapianta” e “Infectio”, venga celebrata a Roma. Caso raro dettato dalle disposizioni anti-Covid e, soprattutto, dalla carenza in Calabria di strutture adeguate a contenere processi affollati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA