'Ndrangheta, ecco come la mafia si è presa Anzio e Nettuno: i comuni commissariati dal governo. Le intercettazioni: «Noi c'avemo le ditte»

C'era una vera e propria commistione tra amministratori e ndranghetisti delle famiglie Gallace, Perronace, Madaffari

'Ndrangheta, ecco come la mafia si è presa Anzio e Nettuno: i comuni commissariati dal governo. Le intercettazioni: «Noi c'avemo le ditte»
di Valentina Errante
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 23 Novembre 2022, 07:31 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 15:54

Due distinti gruppi criminali, distaccamenti delle ndrine di Santa Cristina d'Aspromonte in provincia di Reggio Calabria e di Guardavalle, in provincia di Catanzaro, da anni infiltrate nelle amministrazioni di Anzio e Nettuno. E mentre gestivano il narcotraffico, utilizzando consolidati canali con il Sud America, investivano in aziende per lo smaltimento dei rifiuti, nell'edilizia, e non solo, ottenendo appalti con la forza dell'intimidazione e la promessa di voti. È quanto emerge dalle relazioni che lunedì notte hanno portato allo scioglimento delle due amministrazioni comunali «in considerazione delle accertate forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata». Le tangenti, secondo le verifiche, non erano neppure necessarie, c'era una vera e propria commistione tra amministratori e ndranghetisti delle famiglie Gallace, Perronace, Madaffari. Adesso sarà una commissione straordinaria, un prefetto e due funzionari, ad amministrare il comune di Anzio. Mentre per Nettuno, dove già il Consiglio comunale era stato sciolto a giugno per la mancata approvazione del bilancio, la commissione sarà ora sostituita con un prefetto antimafia.

'Ndrangheta, Caterina Giancotti, chi è la prima boss (donna) in Lombardia: «A Rho comando io. E sono cattiva»


LA RELAZIONE
«Noi dovemo essere quelli che quando c'è da andà al consiglio, annamo, ce guardano, vedono, poi il gruppo di fuoco noi lo potemo pure seguì..noi c'avemo la televisione, l'impicci, gli imbrogli e le ditte», così Vincenzo Italiano, uomo di Bruno Gallace, parlava con un imprenditore che stava ingaggiando affinché fornisse società pulite per l'aggiudicazione di un importante appalto presso il Comune di Nettuno.

Passaggi riportati nella relazione consegnata dalla commissione per l'accesso agli atti sull'amministrazione di Nettuno ed emersi già dall'indagine della procura di Roma, che lo scorso febbraio aveva arrestato di 65 persone. I primi cittadini di entrambi i comuni più volte erano tirati in ballo nelle intercettazioni. Dalle verifiche prefettizie è emerso come i lavori nelle due amministrazioni non solo venissero affidati con trattativa diretta, ma venisse anche chiesta l'autorizzazione alle cosche. Per Nettuno, si tratta del secondo provvedimento per infiltrazioni criminali dopo lo scioglimento nel 2005.


LE INTIMIDAZIONI
Il clima di intimidazioni e minacce riguardava anche i dipendenti pubblici: il responsabile dell'ufficio tecnico di Anzio, dopo avere fatto, alcuni rilievi sui lavori Davide Perronace, considerato uomo delle ndrine e con procedimenti penali in corso, veniva insultato e minacciato. E poi lo stesso Perronace, intercettato, raccontava soddisfatto a Vincenzo Gallace: «Questo non lo dovemo fa', (gli ho detto ndr) me l'ha detto l'assessore ma che c.. vuoi? Ti faccio ricordare il giorno che mi hai conosciuto, faccio in modo che non ti fai più la barba. Vuoi che ti minaccio? Se ti minaccio non dormi più!».


LE REAZIONI
«Anzio ha nel suo dna una forza straordinaria, la Città è sana e saprà rialzarsi anche da questa caduta. Mi dispiace tantissimo, ho dato il massimo per Anzio, orgoglioso di aver indossato la fascia tricolore per tre mandati», ha detto il sindaco di Anzio Candido De Angelis, forte di ben tre mandati. Il sindaco di Nettuno Alessandro Coppola al momento dello scioglimento del comune aveva rivendicato di «avere fatto il massimo per la città».

© RIPRODUZIONE RISERVATA