Falsi ricoveri per non pagare il ticket
Controlli su altri migliaia di casi

I carabinieri del Nas con il capitano Marco Vetrulli
di Luca Benedetti
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Giovedì 19 Settembre 2013, 22:20 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 00:47
PERUGIA - L’inchiesta dei carabinieri del Nas sui falsi ricoveri per non far pagare il ticket su visite e analisi agli amici, picchia i polpastrelli sulla calcolatrice e diventa extra-large. Perché dopo i 564 indagati certificati all’inizio dell’estate, qualche giudice delle quattro procure che hanno coordinato l’attività degli uomini del capitano Marco Vetrulli, ha chiesto di andare oltre. E di tornare indietro di anni per verificare la truffa ai danni della sanità pubblica.

Un passo pesante che rilancia un’indagine che ha fatto arrossire molti camici bianchi, tanti infermieri e anche un bel pacchetto di pazienti. E che, già si può scommettere, allungherà il numero degli indagati. Che per ora, nel primo filone, sono 564. I medici e infermieri denunciati sono 372, i pazienti che hanno ottenuto il beneficio fraudolento finiti nei registri delle procure sono 192. L’inchiesta si è chiusa in alcuni stralci su Terni e Orvieto, ha chiuso il cerchio per diversi casi seguiti dalla procura di Perugia (Foligno in testa), c’è attesa per i passi finali di Spoleto, ma Perugia accelera di nuovo.

[TESTO-BASE]Il Nas dell’Umbria, dopo aver contabilizzato le denunce, ha anche fatto il conto del danno alle casse pubbliche: ci sono in ballo seicentomila euro tra ticket non incassati e utilizzo improprio dei macchinari degli ospedali. Ma non è finita qui. Perché da diverse settimane è scattato il passo indietro che contabilizza altre migliaia di analisi e prestazioni da verificare.

Così i militari del Nucleo tutela della salute hanno bussato in diversi ospedali per chiedere di effettuare nuove verifiche su almeno due anni di analisi, gastroscopie, visite specialistiche e ricoveri in day hospital.

Quei seicentomila euro di danno sono soldi che sono rimasti nelle tasche dei furbi che hanno ottenuto la doppia copertura di infermieri e medici amici (o parenti). Prima hanno scavalcato la liste d’attesa e poi hanno ottenuto la prestazione gratis. Dalle analisi del sangue fino alle lastre, passando anche per i falsi ricoveri con un check up gratuito a spese degli altri, cioè della sanità pubblica.

E nell’inchiesta che svela il malcostume delle analisi e delle visite gratis, c’è anche una fetta di parentopoli perché il Nas ha scoperto ricoveri finti(per non pagare il ticket sulle prestazioni) di amici, mogli, figli e cugini. Nessun ospedale dell’Umbria è esente dal peccato e i bene informati raccontano che forse il meno abusato dai furbi è stato quello di Pantalla. Magari perché arrivato per ultimo.

Contando e indagando, i militari del Nucleo tutela della salute, sono passati dalle provette alle Tac, agli esami citologici a quelli di urologia, fino alle lastre e alla risonanze. Hanno passato al setaccio quasi un milione di prestazioni, hanno ascoltato un migliaio di persone, hanno chiuso il cerchio con 564 denunce, ma adesso devono aggiornare il pallottoliere.

Perché tornare indietro di almeno due anni nelle inchieste del filone perugino, significa passare al setaccio migliaia di prestazioni, verificare altrettanti pagamenti del ticket e mettere nel mirino l’attività di decine di reparti.

L’inchiesta del Nas, al di là dei numeri pesanti che rischiano di diventare giganteschi, un risultato lo hanno già ottenuto. Tutte le aziende sanitarie dell’Umbria hanno affinato i sistemi per gestire al meglio le prestazioni. Sia per i ricoverati sia per chi deve pagare il ticket. Perché lo scandalo dei furbetti non solo fa male al portafogli, ma anche alla faccia della sanità umbra.
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