Morte di Ursula Grohmann, il ricordo della città. Tra ricerca e biliardino

Ursula Grohmann, al centro, tra colleghi e studenti
di Egle Priolo
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Sabato 29 Gennaio 2022, 18:04

PERUGIA - C'è stata la battaglia pubblica, quella internazionale, fatta di ricerca e vetrini. E poi quella privata. Discreta, coraggiosa e senza lamenti, vissuta sulla propria pelle. La prima, Ursula Grohmann, professore ordinario di Farmacologia del Dipartimento di Medicina e chirurgia e direttore del Centro universitario di Microscopia elettronica dell'Università degli studi di Perugia - una vita a combattere tumori e malattie autoimmuni - l'ha vinta a suon di riconoscimenti accademici. Alla seconda si è invece dovuta arrendere, dopo una lunga malattia. Malattia mai sbandierata, mai alla ricerca di compassione. Ma vissuta tra l'affetto e il sacrificio della sua famiglia, il marito Italo Carmignani, responsabile dell'edizione umbra de Il Messaggero, e i figli Myriam e Pietro.

È morta così ieri Ursula Grohmann, sessantuno anni da compiere a primavera. Si è addormentata poco prima di un'alba di bruma, dopo aver lottato per anni, con tigna e tempra tutta svedese, contro un male che ne ha fiaccato il corpo, ma mai l'impegno nella ricerca. Lavorando fino all'ultimo nonostante tutto. L'ultima prolusione per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università di Perugia l'ha tenuta soltanto due mesi fa, dopo essere uscita dall'ospedale in difficili condizioni soltanto la sera prima. Una perdita grave per la comunità scientifica e dolorosa anche per la città, dove la professoressa era molto conosciuta e apprezzata. Capace di tenere palchi appassionati davanti alle migliori teste del mondo, come di preparare paradisiache zuppe di pesce nordico e poi vincere partite a biliardino. E senza rullare.
Autrice di prestigiose pubblicazioni scientifiche in Italia e all'estero e tra le Top Scientists italiane, la professoressa Grohmann collaborava da tempo anche con il Dipartimento di Patologia Albert Einstein del College of Medicine di New York. Solo un anno fa era stata tra le protagoniste del libro 100 Donne per Tutte, raccolta di autobiografie di donne che hanno raggiunto importanti risultati personali e lavorativi. Ma non solo. «Una donna dolce, affettuosa, super brava – la ricorda lo zio, il professor Alberto Grohmann -.

Come una leonessa negli ultimi anni ha lottato contro una tremenda malattia, non arrendendosi mai, riuscendo fino a poco fa a gestire importanti contratti di ricerca a livello internazionale. Insieme a tanti bellissimi ricordi, resta solo il rimpianto di tante cose che non abbiamo avuto il tempo e il modo di dirci; ma più di tutto resta il vuoto determinato dall’assenza di Lulla e l’immenso dolore che tale mancanza determina».

LE REAZIONI
Immediate e accorate le reazioni delle istituzioni alla notizia della sua morte. «La straordinaria levatura umana e scientifica della professoressa Ursula Grohmann – ha detto il magnifico rettore dell'Università di Perugia, Maurizio Oliviero - unite al suo sincero amore per la ricerca e al suo appassionato e instancabile impegno al servizio della società civile rimarranno a lungo, quale preziosa eredità, nelle menti e nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerla e di condividerne il pensiero, sempre capace di suscitare autentico entusiasmo, interesse, partecipazione e di stimolare profondi spunti di riflessione e originali prospettive». «Una perdita per la nostra regione – ha commentato la governatrice Donatella Tesei - e per tutto il mondo scientifico. Le sue ricerche, infatti, hanno dato un importante contributo alla lotta ai tumori e alle malattie autoimmuni. Un vuoto anche umano che la professoressa Grohmann lascerà tra i tanti che la conoscevano e apprezzavano». Ad esprimere cordoglio per la perdita, ricordando «l'importante figura accademica», anche il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, e il presidente Nilo Arcudi a nome dell'amministrazione e del consiglio comunale, oltre alla presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti.
L'ultimo saluto a Ursula Grohmann, dopo la partecipatissima camera ardente di ieri, è stato organizzato per questa mattina alle 11, nell'Aula magna del Dipartimento di Medicina. Cerimonia laica e microfono libero. Per dire anche solo «Ciao Lulla».

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