Maturità, in Umbria spesa milionaria per presidenti e commissari. Task force di 1400 membri

Il ritorno al modello di esame pre covid con i prof esterni fa schizzare in alto il budget

Maturità, in Umbria spesa milionaria per presidenti e commissari. Task force di 1400 membri
di Remo Gasperini
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Giovedì 11 Maggio 2023, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 08:27

PERUGIA - Manca un mese esatto al suono dell’ultima campanella per le scuole di primo e secondo grado che chiudono il 10 giugno (solo l’infanzia arriva al 30), e la macchina degli esami di Stato, che tornano a pieno regime, è già in movimento. Da una parte i 7.500 maturandi di 360 classi quinte hanno presentato la domanda nei 44 istituti superiori regionali, dall’altra gli uffici centrali e decentrati del Ministero hanno avviato le operazioni per la formazione delle commissioni d’esame che in Umbria l’anno scorso sono state 195.

Superata la fase critica del Covid, da quest’anno si torna al format a pieno regime in presenza. Il primo effetto, a fianco della formula di esame con due prove scritte (la prima di italiano e la seconda nelle materie d'indirizzo) e un colloquio orale, c’è il ritorno alle commissioni miste. Oltre il presidente, di esterni ci saranno anche tre commissari che affiancheranno i tre interni. Una task force di quasi 1.400 docenti che per la sola Umbria, fra indennità e rimborsi di viaggio, costerà allo stato 1.700.000 euro.

I PRESIDENTI

Nei giorni scorsi sono stati ufficializzati gli elenchi regionali dei presidenti di commissione che in Umbria vede 299 iscritti, un terzo in più dei 195 necessari. All’elenco possono accedere dirigenti scolastici e docenti della scuola secondaria di secondo grado.

I dirigenti degli istituti superiori sono obbligati a iscriversi, mentre i dirigenti delle secondarie di I grado hanno facoltà di scelta. Sta di fatto che sui 123 presidi totali quelli presenti nell’elenco sono 68 mentre gli altri 55 (la quasi totalità dei capi degli Istituti Comprensivi), si sono chiamati fuori e rimarranno nelle proprie sedi a presiedere gli esami di terza media. La maggioranza dei presidenti di commissione sarà dunque composta dai docenti di ruolo con almeno dici anni di servizio che hanno chiesto l’iscrizione all’albo. La normativa consente di fare il presidente anche ai presidi in pensione da non più di 3 anni, così nell’elenco troviamo figure storiche della dirigenza umbra come Giovanni Pace che nel 2020 ha concluso il suo servizio nella scuola media “Cocchi-Aosta” di Todi, Simonetta Zuccaccia uscita proprio lo scorso settembre dall’IC Perugia 3 (S.

Paolo - XX Giugno) e Franca Burzigotti che fino a pochi mesi fa ha guidato il Campus da Vinci di Umbertide. Dei 299 aspiranti presidenti di commissione in 244 hanno messo Perugia come provincia competente, gli altri 55 hanno indicato Terni.

I COMMISSARI

Alla nomina di commissari esterni concorrono innanzi tutto i docenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato d’istituti statali d’istruzione secondaria di secondo grado, che insegnano, nell'ordine, nelle classi terminali e nelle classi non terminali. A scalare possono fare i commissari anche altre categorie di docenti in servizio con rapporto a tempo determinato. I nomi dei commissari esterni saranno pubblicati dal ministero nei primi giorni di giugno, ed è una cosa molto attesa dagli studenti che sono interessati a sapere chi li esaminerà: conoscere il nome dei prof li può aiutare a ridimensionare l’ansia. I commissari interni sono invece designati dai competenti consigli di classe tra i docenti che insegnano le discipline non affidate ai commissari esterni.

LA SPESA

Il ritorno alle commissioni miste, dopo tre anni in cui sono state formate solo da membri interni, riporta il budget di spesa al pre covid. E sono cifre importanti che alimentano un dibattito molto presente da quando le percentuali di ammessi agli esami e di licenziati sono vicinissime al 100 per cento: “gli esami così fatti – sostengono in molti – costano molto e non servono a niente”. Ma questo è un altro discorso.

Entrando nello specifico, facendo una mano di conti risulta che per le indennità dei 195 presidenti saranno impegnati quasi 250mila euro; oltre mezzo milione serve poi per pagare la indennità ai 585 membri esterni che percepiscono 911 euro a testa, mentre 230mila euro circa andranno agli altrettanti 585 membri interni cui spettano 399 euro a testa. Poi ci sono i rimborsi spesa forfetari calcolati sulla distanza delle sede, e qui si può toccare il milione. Tirando le somme si arriva così a una cifra consistente che può raggiungere 1milione e 700mila euro.

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