Marcelli (Cisl), e il rilancio green «Occasione unica per Terni»

Marcelli (Cisl), e il rilancio green «Occasione unica per Terni»
di Vanna Ugolini
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Lunedì 15 Giugno 2020, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 08:53

Pochi giorni fa il coordinamento provinciale della Cisl, durante il quale il responsabile, Riccardo Marcelli, ha rimarcato con forza la necessità del rilancio in chiave ecologica di Terni.
Non le sembra una contraddizione parlare di ecologia a Terni?
«Al contrario. Questo è il momento giusto per rilanciare la sostenibilità di questa città che, a fronte di problemi storici, ha anche molte potenzialità che vengono fin troppo sottovalutate. In questo tempo di crisi, dove acciaio e chimica, che sono stati fino ad ora i due pilastri su cui si è retta la città, sono messi in discussione, bisogna ragionare di trovare nuove soluzioni per la città».
Da dove partire?
«Per quanto riguarda i finanziamenti, dai fondi europei e da quelli che il governo sta cercando di mettere insieme. Inoltre c'è il progetto Urban regeneration, che Confindustria sta portando avanti. Con la speranza che voglia condividerlo con le parti sociali»
E per quanto riguarda le idee, i progetti?
«Intanto cominciare da quello che c'è, che non è poco. Il progetto del recupero scorie di Ast deve andare avanti, bisogna chiudere il cerchio e così verrà definitivamente risolto il problema delle polveri di Prisciano. Poi c'è il capitolo delle bonifiche, Papigno in testa. Darebbe lavoro ma servirebbe anche a dare qualità a una Terni green. Pochi giorni fa Ast ha annunciato che, con un nuovo piano dei trasporti, ha portato al 40 per cento il trasporto ferroviario. Pensiamo a cosa potrebbe significare per le acciaierie portare direttamente le merci a Civitavecchia. Poi abbiamo la Novamont, la Paesaggi umbri che è conosciuta nel mondo per i suoi giardini verticali, la Eurocolor, con cui il Comune ha stretto un patto per la verniciatura delle scuole materne con vernici a tecnologia certificata airlite, l'utilizzo di asfalti che assorbono le polveri. E gli esempi potrebbero essere molti altri».
E il rapporto con le multinazionali?
«L'idea di trasformare Terni in laboratorio nel New green deal è quella appunto di aggregare tutti questi soggetti che già esistono, chiedendo ad ognuno con lo scambio delle buone prassi, realizzando un modello di Terni.Ci sono le professionalità per riuscirci. Nelle aziende serve una nuova figura, quella del Responsabile alla Sostenibilità ambientale economica e sociale. La maggior parte delle multinazionali ha il suo bilancio di sostenibilità. Una ricchezza enorme per il territorio che nessuno va a vedere».
Insomma siamo ecologici quasi senza rendercene conto.
«Un po' è così. Il passo successivo è quello di cogliere le opportunità che può dare l'università, ma anche le scuole superiori. L'indirizzo di economia circolare organizzato all'Itt è sostenuto da Arpa».
E' un momento cruciale anche per la sanità a Terni.
«Purtroppo rischiamo di riprendere discussioni antiche. Quando si tratta di sanità a Terni si mettono sempre in discussione gli accordi raggiunti. Prima si è discusso se fare l'ospedale nuovo, poi si è deciso di rifare quello di Narni e Amelia. Ora si rimette in discussione anche questo risultato. E' un dato di fatto che a Terni non si investe da troppo tempo. Mentre noi facevamo le barricate per tenere il magnetico e poi, nel 2014, per non chiudere Ast gli altri facevano investimenti in sanità. Ora quella è una partita che va giocata con molta attenzione».
Terni, una città che continua ad invecchiare.
«Anche questo è un problema che potrebbe diventare una grossa opportunità: lavorare su servizi all'avanguardia per quanto riguarda gli anziani. Questo momento per Terni è una opportunità unica. E' il momento della coesione anzichè delle solite divisioni».
Vanna Ugolini

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