"Maratta, con il nuovo centro commerciale una colata di cemento sull'area archeologica", il grido d'allarme delle associazioni

"Maratta, con il nuovo centro commerciale una colata di cemento sull'area archeologica", il grido d'allarme delle associazioni
di Monica Di Lecce
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Giovedì 3 Marzo 2022, 07:24

«A Terni abbiamo un patrimonio storico e archeologico importantissimo che non può e non deve essere asfaltato da una strada». Non usa mezzi termini Elisabetta Grimani del Cesp, centro studi per la scuola pubblica di Terni, per criticare quanto sta per avvenire sull’area archeologica di Maratta Bassa. E’ in fase di approvazione in Comune una variante urbanistica al piano regolatore per la realizzazione di un nuovo centro commerciale, il Globo, e la relativa viabilità a servizio. Il primo è a ridosso di un’area ad altissima attenzione archeologica, la seconda insisterebbe in parte su un’area a vincolo archeologico, in parte sull’area archeologica stessa. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e gli amministratori sul danno di una simile scelta, venerdì 11 alle 17, presso il Museo Diocesano, il Centro Studi per la Scuola Pubblica, Amici della fondazione Spirito De Felice, l’ufficio Beni culturali della Diocesi, il gruppo archeologico D.F.L. e Terni Città Futura terranno un convegno proprio su quell’area archeologica. «L’obiettivo – spiega ancora Elisabetta Grimani – è quello di far conoscere il sito, l’importanza dei ritrovamenti che risultano di particolare interesse storico e archeologico sia a livello locale che nazionale».

La prima campagna di scavi fu eseguita sul finire degli anni ’90 ad opera della dottoressa Claudia Giontella, a cui poi è stato intitolato il museo archeologico che ospita i reperti rinvenuti in quella campagna.

La seconda è avvenuta più di recente. In quest’area sono ritrovate tracce dei primi insediamenti degli umbri risalenti all’età del ferro. Rispetto alla variante urbanistica che questa mattina sarà all’esame della commissione prima di approdare in consiglio comunale, la Soprintendenza aveva fornito delle prescrizioni stringenti: la preventiva autorizzazione della stessa all’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere (una strada e due rotonde) sul bene culturale (area archeologica), l’indagine preliminare archeologica in tutta l’area interessata dalla variante, il parere della Soprintendenza sulla fattibilità del progetto solo  all’esito dell’indagine archeologica preliminare. «Ritengo assurdo che si sia solo pensata una cosa del genere – commenta Michele Rossi, consigliere di Terni civica – Andiamo a stroncare un enorme potenziale culturale. Ridurre l'area sotto vincolo di ben 2234 metri quadrati per rotonde e strade per me è inaccettabile. Occorreva rigettare la variante e pretendere che il privato organizzasse una viabilità più lontana possibile dalla zona archeologica».

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