Potrebbe cedere presto la società, probabilmente a un gruppo americano. Dunque, potrebbe essere anche l'ultima partita della Ternana contro di lui. Da cercare di sfruttare per rompere un tabù lungo quasi 23 anni. Per tutto questo periodo, infatti, Massimo Cellino è stato una delle "bestie nere" della Ternana. Domenica, rieccolo di fronte come avversario, il patron del Brescia. La storia con le Rondinelle è quella più recente, ma le sfide cominciarono con lui presidente del Cagliari. Nel 2000-2001 affrontò per la prima volta le Fere. Il 12 gennaio 2001 la Ternana vinse, nella partita ricordata più per una giocata a piedi pari con una specie di sombrero da dietro di Saidu Alade Adeshina, piuttosto che per il gol partita per la squadra di Andrea Agostinelli con colpo di testa vincente di Roberto Ripa. Ma dopo quel'1-0, Cellino non è stato mai più battuto. Anzi, in qualche caso sono associati alle sue squadre anche dispiaceri e polemiche. Al ritorno, sempre nel 2001, fu 1-1. L'anno dopo, quello amaro per la Ternana con la retrocessione a Bari, le due sfide furono entrambe pareggiate, con l'1-1 a Cagliari e lo 0-0 al Liberati. Proprio lì, però, con il Cagliari che era pochi punti sopra ed è stato fino alla fine invischiato nella lotta per non retrocedere, la Ternana provò a chiedere la vittoria a tavolino di quella sfida senza reti al Liberati. Il Cagliari, infatti, a due minuti dalla fine fece entrare in campo Antonio Langella, che secondo la tesi rossoverde, respinta però dagli organi federali, avrebbe avuto una squalifica ancora pendente e non a avrebbe dovuto esserci. Come finì quell'annata, è una storia amara, fatta di serie C all'ultima giornata per la sconfitta con un Bari che non aveva più nulla da chiedere al campionato, fatta di "capicolli" così definiti in codice dalle famose intercettazioni telefoniche del giocatore allora del Crotone Giuseppe Sculli («Ne hanno dati 6 a Bari e hanno affondato la Ternana»), fatta di dramma sportivo, di allusioni del tipo: «Chi semina vento raccoglie tempesta e qualcuno è retrocesso» e poi di ripescaggio per la cancellazione della Fiorentina.
Negli anni successivi il copione delle sfide con Cellino, che nel frattempo era divenuto presidente della Lega di A e B ma senza il voto della Ternana, non cambiò.