Free Social Poetry, il collettivo letterario contro la violenza sulle donne: «Stavolta sosteniamo la cooperativa BeFree»

Free Social Poetry, il collettivo letterario contro la violenza sulle donne: «Stavolta sosteniamo la cooperativa BeFree»
di Beatrice Martelli
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Lunedì 7 Dicembre 2020, 18:48 - Ultimo aggiornamento: 21:08

«Quel che mi ammazza di più è sentirli dire che siamo morti d’amore». È così che termina uno dei componimenti condivisi su Free Social Poetry, un collettivo letterario che punta alla platea ampia e varia dei social network. Il mese di novembre è il più significativo quando si parla di violenza contro le donne, e, in seguito alla riflessione nata da questo periodo e dai fatti di cronaca nera quasi quotidiani, è nata la voglia di fare qualcosa di concreto: sostenere la cooperativa BeFree, che dal 2007 combatte la violenza su donne, bambine e bambini come anche la tratta di esseri umani.

«Il Free Social Poetry mira non solo a un impegno letterario, ma anche a un’attenzione verso i diritti umani, e ha deciso di fare un passo ulteriore dando vita all’iniziativa PoesiAttiva, con cui la poesia diventa azione, reazione, realtà solidale. “PoesiAttiva x BeFree” si propone di attivare una raccolta fondi il cui ricavato verrà interamente devoluto alla cooperativa sociale.

Per donazioni di almeno 10 euro verrà inviato in omaggio il libro “Anatomia della poesia”». 

Giada Floris, una dei componenti del collettivo, racconta la storia più nel dettaglio, parlando delle persone e del progetto: «Siamo 6 donne e 6 uomini tra i 19 e i 47 anni, proveniamo da esperienze diverse e luoghi geografici lontani. Ad unirci, nel periodo della quarantena, sono state l’esigenza comune di scrivere e quella della condivisione di tematiche sensibili; ad esempio, parliamo di violenza di genere, ma anche di omotransfobia». Ed è proprio quello che recita una didascalia: «Siamo a favore di tutto ciò che stringe senza soffocare». «Abbiamo deciso di associare alla raccolta fondi su Go Found Me la raccolta “Anatomia della poesia”, in cui ci sono componimenti di tutti noi, perché i temi principali che abbiamo affrontato in quelle pagine sono quelli del corpo e della rinascita, così centrali quando si parla di violenza sulle donne. Ogni poesia parla di e a una parte del corpo, in un percorso volto alla consapevolezza e al recupero della propria fisicità. Anche BeFree si occupa di rinascita, ed è soprattutto questo che ha dettato la nostra scelta; in Abruzzo, Lazio e Molise offre tra gli altri servizi sportelli d’ascolto, case rifugio per le vittime e corsi di formazione per operatrici antiviolenza che quindi sanno come prestare un sostegno profondissimo. Infine, unico in Italia, è stato allestito all’ospedale San Camillo di Roma un centro d’accoglienza con personale formato per riconoscere specificatamente i segni della violenza domestica. Mi piace pensare che la poesia possa guarire, che possa essere una forma di terapia e autoanalisi; ma in Free Social Poetry vogliamo che sia anche un mezzo per fare la differenza tramite l’attivismo».

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