Terni, i fidanzati divisi dalla guerra in Ucraina: «La nostra vita ancora sconvolta, parenti e amici sono sotto le bombe»

Terni, i fidanzati divisi dalla guerra in Ucraina: «La nostra vita ancora sconvolta, parenti e amici sono sotto le bombe»
di Monica di Lecce
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Sabato 31 Dicembre 2022, 12:13

Se tutto fosse andato secondo i loro piani, queste sarebbero state le prime festività che avrebbero trascorso da moglie e marito e magari sarebbero stati già a progettare come festeggiare il primo anniversario di nozze. Purtroppo la guerra in Ucraina ha interrotto il sogno di Fabio Lanfiuti Baldi e Olichka Ivanova. Da quasi un anno vivono insieme nella casa di Fabio a Terni ma il matrimonio, al momento, è rimandato «
« Il pensiero della guerra non abbandona mai» dice Olichka. «L'esperienza a cui sono più legato in quest'anno così drammatico racconta Fabio Lanfiuti Baldi - è certamente il viaggio che ho fatto per andare a riprendere Olichka. E' stato massacrante, disperato, ma nessuno può cancellare la gioia nel riabbracciarla e nell'avere finalmente la possibilità di stare insieme».
Per loro l'esperienza della guerra è un incubo quotidiano

«La guerra ci tocca, ci ha toccato in maniera sconvolgente dicono Sono mesi che viviamo una situazione di stress, di dolore e di preoccupazione per le sorti dell'Ucraina e dei familiari che sono rimasti lì. Questo periodo dell'anno è particolarmente critico: le temperature sono scese a diversi gradi sotto zero. In più mancano acqua, gas e luce. Non è facile per loro e non è facile per noi pensarli là in queste condizioni».
Chi è rimasto in Ucraina? «La figlia maggiore di Olichka spiega Fabio che è stata ospite a casa nostra fino a qualche settimana fa, è tornata a Kiev. Suo marito è primario e l'ha voluta là con lui. Facile intuire lo stato di apprensione di Olichka».
E la guerra scandisce anche le giornate. «Passiamo molto tempo al telefono o sui social per avere notizie prosegue Fabio e spesso è lei costretta a riattaccare perché in sottofondo si sentono le sirene degli allarmi antiaerei e i suoi interlocutori sono costretti ad andare nei rifugi»
Avete pensato, nel frattempo, di rivedere i vostri piani e di sposarvi qui in Italia? «Si, abbiamo pensato di fare il contrario rispetto ai nostri progetti: sposarci prima in Italia con rito religioso e poi rifarlo in Ucraina con rito civile ma vedo che Olichka non è serena come prima, ha questa spina nel cuore e io non me la sento di accelerare i tempi.

Purtroppo non si dà pace per questa situazione, per questa aggressione della Russia».

Le altre persone che avete portato con voi in Italia? «L'altra figlia di Olichka è ancora con noi. Qui ha ripreso a lavorare da remoto. Lavoro che non ha mai interrotto. Continua anche a seguire, sempre online, l'Università. E', infatti, una studentessa di architettura. L'altra donna che è venuta con Olichka, invece, ha trovato una sistemazione autonoma insieme ai due figli, una dell'età della figlia di Olichka che lavora come lei da remoto, e l'altro minorenne che va a scuola qui e gioca a calcio in una squadra ternana. Il suo primo desiderio quando è arrivato è stato quello, infatti, di poter continuare a giocare a pallone».

La vostra storia ha emozionato e ha attivato anche una grande catena di solidarietà. Rispetto a questo, sentite ancora l'affetto delle persone intorno o qualcosa è cambiato? «E' vero: all'inizio c'è stata una risposta incredibile. Con il passare del tempo quell'entusiasmo si è andato affievolendo anche se continuiamo tuttora a ricevere degli aiuti dalla Croce Rossa e dall'associazione di Mauro Scarpellini. Quest'ultimo ci sta dando una grossa mano perché ci aiuta non solo con i generi alimentari ma anche attraverso il suo sostegno morale. Spesso i generi alimentari che riceviamo li spediamo in Ucraina. Di recente c'è stata anche una ragazza del Nord Italia che ci ha inviato 100 chili di cibo per animali che abbiamo fatto arrivare in Ucraina». Che cosa vi aspettate dall'anno che verrà? «Sebbene la speranza sia ridotta al lumicino, auspichiamo che questa guerra assurda finisca quanto prima e che si ponga fine a questa barbarie. A livello personale, l'augurio che ci facciamo è sempre quello: di poterci sposare prima possibile. Significherebbe che avremmo ritrovato quella serenità che da mesi ci manca».
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