Foligno, in centro sono arrivate 30mila api urbane. Il progetto portato avanti da una giovane associazione guidata dal presidente Mattia Desantis: «Impegno che guarda al futuro»

Foligno, in centro sono arrivate 30mila api urbane. Il progetto portato avanti da una giovane associazione guidata dal presidente Mattia Desantis: «Impegno che guarda al futuro»
di Giovanni Camirri
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Mercoledì 30 Giugno 2021, 14:10

FOLIGNO - Invasione in centro storico. Da lunedì sera, tra le 20.30 e le 21, il cuore cittadino ha accolto più di 30mila api che fanno parte del progetto “Api al Centro”. A portarlo avanti è l’associazione “Api al Centro” è nata con l’intenzione di creare un progetto di apicoltura urbana nel centro storico della città di Foligno, “aderendo – viene spiegato - alla Rete Api Urbane, una rete costituita da diverse realtà presenti sul territorio nazionale che si pone l’obiettivo di educare a una maggior attenzione al territorio, all’agricoltura, alla biodiversità e più in generale all’ambiente. L’apicoltura urbana, infatti, porta con sé il messaggio di una città in cui si vive bene e consente la rivalutazione di spazi pubblici e privati, come orti e giardini, spesso trascurati, rimasti però incontaminati da pesticidi e diserbanti chimici”. Il progetto nasce per la volontà di sensibilizzare l’opinione pubblica, soprattutto i bambini, con progetti che coinvolgeranno anche le scuole ed è nato da una idea frutto del confronto tra Mattia Desantis e Stefano Luciani con quest’ultimo che ha preso la cereria che si trova sotto i portici delle Conce, una delle zone più antiche e più belle del centro storico di Foligno. A portare avanti tutto ci sono le 10 persone che formano l’associazione e sono: Mattia De Santis (presidente), Stefano Luciani (vicepresidente); soci: Luca Luciani, Samuele Trabalza, Federico Calvani, Alice Bartolini, Carla Capodimonti, Flavia Bianchi, Noemi Montanari, Giulio Alessandrini.

IL PUNTO

“Abbiamo acquistato – spiega il presidente Desantis – un’arnia speciale, che si chiama b-box, che consente di starle vicino dato che l’ape entra ed esce da un caminetti alto due metri e mezzo e il livello di sicurezza è totale. Il nostro intento – ricorda – è quello di far capire alla comunità locale e non soltanto, l’importanza dell’ape non solo come insetto ma anche per la biodiversità.

Il tutto senza dimenticare che questa arnia, e le successive che contiamo di mettere in opera, sarà anche un elemento di valutazione della qualità dell’aria. La prima arnia l’abbiamo posizionata all’interno di uno spazio, a ridosso dei Portici delle Conce, messo a disposizione dalla proprietà del parcheggio Centrale e per questa cortesia ringraziamo Riccardo Settimi”. Ma che cosa è l’apicoltura urbana? A spiegarlo ci pensa il sito Internet www.reteapiurbane.it: “Per apicoltura urbana – si legge - si intende la pratica di allevare famiglie di api in aree urbanizzate. Tempo fa era vietato l’allevamento delle api in ambito cittadino, ora in tante parti del mondo l’apicoltura urbana è considerata una pratica da tutelare ed incentivare. Per fare un esempio, tra il 1999 e il 2012 Londra ha visto crescere gli apicoltori del 220%.A New York l’apicoltura urbana è permessa a condizione che le api allevate siano quelle italiane di razza Apis Mellifera Ligustica. La comunità italiana però si è spinta oltre, creando una ‘rete di reti’ che aderiscono ad un manifesto, unico al mondo, in cui vivere l’apicoltura urbana attraverso percorsi coerenti con un idea di rispetto del benessere animale, del tutto disinteressata alla produzione di miele, che vede nelle api e gli impollinatori uno strumento per educare, includere, migliorare e sensibilizzare la nostra vita in città. E’ per questo che pensiamo che l’apicoltura urbana lo sia così, e non semplicemente allevando le api nelle città. Le api volano parecchi chilometri dalla loro arnia e visitano decine di fiori diverse in tutto il territorio. La loro capacità di raccogliere polline e nettare e di portarlo nell’arnia permette di avere un capillare resoconto delle essenze presenti su un territorio ed eventuali inquinanti andando ad analizzare il miele”.

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