«Dopo la spinta non si sono fermati Devono pagare». La rabbia di papà e sorella del sedicenne finito in coma a Città della Pieve

C'è un altro giovane indagato per il pestaggio di domenica notte

Sul pestaggio indagano i carabinieri
di Michele Milletti
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Giovedì 10 Agosto 2023, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 09:43

Chiedono giustizia, ma non solo. All’indomani del dramma di Città della Pieve, con un 16enne in coma dopo aver battuto la testa per una spinta durante una lite in un locale, sorella e papà del giovane (come tutti) sono aggrappati alla speranza di vederlo riaprire gli occhi prima possibile ma pretendono anche una sensibilizzazione sull’esplodere della violenza tra i giovani. «Perché la cosa forse più grave è che dopo che l’aggressore e i suoi amici lo hanno visto cadere e battere la testa non si sono fermati, anzi hanno continuato a inveire». Intanto i denunciati salgono a due.
LA RICOSTRUZIONE
«Nella notte tra lunedì e martedì lo stavo aspettando fuori dal locale - racconta il padre del ragazzi - i patti erano che alle 2.15 sarebbe tornato a casa con me. Poi un amico mi ha chiamato e mi ha detto che lo stavano portando in ospedale a Città della Pieve perché si sentiva poco bene. Una volta arrivato mi è stato detto quello che era successo e che era grave, al punto da trasferirlo a Perugia». Già, perché il ragazzo ha un’emorragia cerebrale causata dalla caduta a seguito di una spinta nel corso di una lite avvenuta all’interno nel corso della serata. Una lite, verrà a sapere l’uomo in seguito, originata da un pesante commento all’interno del locale rivolto alla fidanzata del figlio da parte di un coetaneo. I due si affrontano e finiscono all’esterno della pista con il sedicenne viene spinto e batte la testa contro un supporto metallico. A quel punto, è quanto si apprende dalle indagini che i carabinieri stanno svolgendo mettendo in fila tutti gli elementi con il passare delle ore, soprattutto il presunto aggressore ma anche alcuni suoi amici presenti non prestano soccorso ma anzi, come dice il padre del ragazzo, «continuano a inveire».
Il ragazzo però riesce ad alzarsi, anche grazie a un amico che a sua volta viene colpito con un pugno, e la cosa sembra finita lì. Ma chi è con lui capisce che non sta bene: dice frasi sempre più sconnesse finché crolla nuovamente a terra. A quel punto vengono immediatamente chiamati i soccorsi e, una volta all’ospedale di Città della Pieve, il personale medico sanitario capisce che ha un’emorragia cerebrale e viene portato a Perugia dove sarà operato d’urgenza intorno alle tre del mattino. e poi ricoverato in terapia intensiva. Dove ancora si trova.
«Ci tengo a sottolineare una cosa - continua il papà del ragazzino - e cioè che se anche al momento la sola cosa che ci interessa è che nostro figlio si riprenda, è necessaria un’opera di sensibilizzazione su quanto la violenza tra ragazzini in questo momento sia preoccupante. E serve la consapevolezza di tutti».
Non solo insomma delle forze dell’ordine e della magistratura, con i carabinieri di Città delle Pieve diretti dal capitano Luca Battistella (in stretto contatto con la procura dei minori) che lavorano senza sosta per individuare tutti quelli che c’erano e che intanto hanno denunciato fin qui due minori per lesioni personali aggravate in concorso. « Serve che anche le istituzioni, la società civile, le famiglie capiscano che la situazione settimana dopo settimana è sempre più fuori controllo». Un concetto ribadito anche dalla sorella del ragazzino (che ieri ha contattato direttamente Il Messaggero) e che ha sostenuto anche via social come «la legge deve fare qualcosa e perché non è possibile che ad oggi ancora accadano queste cose sotto gli occhi di tutti» ma anche che «la violenza e’ all’ordine del giorno, dove i ragazzi non escono più di casa per divertirsi ma solo per fare i bulli in “branco” in giro. Con genitori incapaci di educare».
Sentimenti importanti, che inevitabilmente e comprensibilmente si incrociano con quelli relativi alla volontà che «chi ha fatto questo deve pagare».

E chissà che un terzo non possa essere a breve individuato.

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