Covid, due morti ad Arrone e Marsciano. Contro la nuova variante, si accelera sulla terza dose. Cinque Comuni da zona rossa

Covid, due morti ad Arrone e Marsciano. Contro la nuova variante, si accelera sulla terza dose. Cinque Comuni da zona rossa
di Fabio Nucci
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Martedì 30 Novembre 2021, 07:09 - Ultimo aggiornamento: 07:12

PERUGIA Con la variante omicron che incalza, l’Umbria accelera sul versante vaccinazioni col fine settimana che si è chiuso con oltre 6.200 somministrazioni cui hanno fatto eco altre 3.300 ieri in poco più di mezza giornata. In 110mila hanno già ricevuto la terza dose. Intanto, continuano a salire i degenti Covid di terapia intensiva: ora sono dieci, con un’occupazione sopra la soglia di guardia.
Dicembre il mese della svolta nella lotta al Covid, ma anche il momento della verità nella risposta del sistema sanitario impegnato nel doppio fronte assistenza-tracciamento e vaccinazione. Da ieri sono funzionanti le agende di prenotazione, con gli assistiti che hanno concluso il ciclo vaccinale da cinque mesi che possono dunque mettersi in coda per ricevere la dose booster. A livello centrale i tempi sono dettati anche dall’Agenzia italiana del farmaco. «Si arriverà progressivamente a proporre la terza dose a tutti coloro che abbiano completato il ciclo vaccinale da 5 mesi», ha spiegato Patrizia Popoli, dirigente di ricerca e presidente della Commissione tecnico scientifica Aifa. «Ancora non è stato deciso, ma l’idea è procedere con le terze dosi per tutti». Dall’Agenzia a breve dovrebbe arrivare anche il via libera all’immunizzazione in età pediatrica, per avviare le somministrazioni il 23 dicembre. Per l’Umbria, nella programmazione nazionale dei valori target definiti a seguito della circolare ministeriale che estende la platea dei destinatari della terza dose agli over 18, dal primo al 12 dicembre si calcolano 42.440 booster, in media 3.500 circa al giorno. In seguito, sempre entro il mese, si procederà a vaccinare con nuovo richiamo anche la categoria 12-17 anni. Un’accelerazione che tiene conto della variante omicron arrivata anche in Italia e che si annuncia più contagiosa delle delta le uniche che ormai circolano in Umbria: stando ai sequenziamenti effettuati, come indica l’Iss nell’ultimo report, le altre mutazioni sono ormai assenti dal 25 agosto.
Si teme per il rialzo dei degenti di intensiva, tre in più in due giorni e soglia critica superata con l’11% dei posti letto occupati come confermato dalla Regione e come indicato nell’ultimo monitoraggio Agenas. Si tratta di 10 pazienti critici cui se ne aggiungono 52 ordinari (-1), con un tasso di occupazione dell’8% (limite al 15%): per cambiare “colore” e passare da zona bianca a gialla, entrambi i parametri devono essere superati. Consistente rispetto alla media abituale, i nuovi casi certificati domenica nonostante uno screening inferiore: 26 emersi dai 4mila tamponi effettuati, con un’incidenza dello 0,65%. Grazie ai 67 guariti, però, gli attualmente positivi sono scesi di 43 unità a 1.665. Tra domenica e lunedì mattina sono stati registrati anche due nuovi decessi, ad Arrone e Marsciano, sette negli ultimi sette giorni. A livello territoriale, i contagi crescono a macchia di leopardo visto che in 44 comuni, la settimana si è chiusa senza nuovi contagi. Tra i maggiori, l’incidenza sale a Foligno, Assisi e Corciano, mentre sono cinque i comuni da “zona rossa”: il maggiore è Trevi con 264 casi per 100mila abitanti. Dato che a livello regionale tiene e sta risalendo in provincia di Terni dove in due giorni i casi settimanali sono passati da 103 a 124 e l’incidenza è cresciuta di quasi 10 unità (55 riferita alla settimana 22-28 novembre).
Tornando alla vaccinazione, col week end che si è chiuso con 6.200 somministrazioni (650 circa delle quali a nuovi vaccinati), ieri a metà pomeriggio si contavano già 3.300 dosi, con 213 nuovi vaccinati e 156 immunizzati. La somministrazione di dosi addizionali è invece arrivata quasi a 110mila secondo gli open data governativi con una copertura del 16,2% degli immunizzati. Ieri sono ripartite anche le prenotazioni con le agende riaperte in vari centri vaccinali della regione anche se il sindaco Luca Secondi ha posto l’accento sulla situazione a Città di Castello. «Chiediamo che sia ripristinata la piena operatività dei centri vaccinali comunali», ha detto il primo cittadino, segnalando disagi tra i tifernati. «Incontrano difficoltà a prenotare la somministrazione della terza dose in tempi rapidi e nella propria città: è inaccettabile che a Città di Castello non sia più assicurata la disponibilità sette giorni su sette dei due centri vaccinali».

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