Covid, rientro a scuola degli studenti
ecco cosa dovranno fare i Comuni

Covid, rientro a scuola degli studenti ecco cosa dovranno fare i Comuni
di Remo Gasperini
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Sabato 19 Dicembre 2020, 08:45

PERUGIA In un Tavolo convocato ieri dal prefetto Armando Gradone con gli amministratori dei comuni dove hanno sede le scuole superiori, ai rappresentanti è stato fatto il quadro della situazione dopo i ripetuti incontri con Regione e mondo della scuola. E’ emerso che nel documento, che il Prefetto invierà in risposta al mandato contenuto nel Dpcm del Governo entro il 23 dicembre, l’ipotesi regina sarà quella degli ingressi scaglionati 8-13 e 10-15. I comuni dovranno provvedere, insieme a Protezione Civile e all’occorrenza Polizia di Stato, al controllo sugli assembramenti. Ai comuni è stato anche confermato quanto annunciato dall’assessore Melasecche: l’azienda di trasporto pubblico attiverà un’App che gli studenti dovranno utilizzare per prenotare l’autobus che li porta a scuola. Questa App avrà il duplice scopo di evitare il sovraffollamento dei mezzi, la cui capienza è confermata al 50%, e consentire il tracciamento degli studenti stessi dei quali si saprà così quale mezzo usano. Intanto i sindacati della scuola continuano ad esporre le loro ragioni e puntano ad un’ordinanza favorevole della Regione. Dopo la presa di posizione della Cisl scuola, ieri Anp, l’Associazione nazionale presidi, ha inviato a Tesei, Agabiti, i due Prefetti e Iunti un lungo documento nel quale sono spiegati i motivi della opposizione al doppio turno. Dieci i punti di criticità focalizzati dalla presidente regionale Rita Coccia: trasporti, curricolo scuola, rientro a casa degli studenti, tempo mensa, orario docenti, turnazione settimanale, sezioni serali, personale Ata e sanificazione, alunni Bes, attività di recupero.

Nel documento Anp afferma che «restano inaccettabili le accuse di irresponsabilità rivolte ai dirigenti scolastici da alcuni dirigenti di altre amministrazioni dato che fin dal mese di marzo hanno svolto tutte le azioni previste dalle norme sostenendo anche il servizio sanitario pubblico in evidente difficoltà vista la virulenza della pandemia, proprio per la loro massima responsabilità nel gestire la formazione e istruzione degli studenti e anche il loro meritato successo formativo». Questa invece la richiesta che i presidi «si permettono di avanzare: attivare per il 75% delle lezioni in presenza tutte le forme possibili per potenziare il trasporto al fine di mantenere l’orario scolastico in vigore che già presenta un equilibrio precario raggiunto negli anni con innumerevoli aggiustamenti attraverso il costante confronto con l’azienda dei trasporti. Solo ed in ultima istanza una soluzione alternativa potrebbe consistere nel prevedere la presenza a scuola del 50% delle classi con un forte sostegno alla Didattica Digitale Integrata. Questa ipotesi contempererebbe l’esigenza di limitare l’affollamento dei mezzi pubblici con quella di evitare il ricorso ai due turni di ingresso».

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