Città di Castello, polpette avvelenate: ucciso un gatto

UNo dei gatti del condomicio di Umbertide
di Walter Rondoni
3 Minuti di Lettura
Venerdì 22 Marzo 2024, 09:20

Rabbia, senso d’impotenza, profonda tristezza. «Mi hanno svegliata i vicini che avvisavano mia madre che il mio gatto era davanti alla porta senza vita. Ho chiamato subito mio padre che era al lavoro e appena è arrivato vedendolo ho capito che era stato avvelenato, mia madre gli diceva di non toccarlo piangendo e io sono rimasta immobile. E’ stata la prima volta che mi succedeva una cosa del genere, una scena che non dimenticherò mai. Io non ho avuto il coraggio di guardarlo fino a che mio padre non l’ha avvolto con la sua giacca per portarlo via di lì». Zona dei Pesci d’Oro, via Umberto Giordano, luogo scelto da molti per portare il cane al guinzaglio. Anna (la chiamiamo così per non renderla identificabile dal nome di battesimo, assolutamente particolare) urla attraverso il profilo social, come farebbe un qualunque coetaneo della “Generazione Z”, lo strazio per aver trovato sotto le finestre di casa il micio ucciso. Ennesima vittima di polpette letali. «Chiedo a quelle poche anime buone se ancora ne esistono di aiutarmi a capire chi è stato, perlomeno agli abitanti del quartiere. Perché non è l’unico caso. Da sette anni che abito qui ne vedo almeno uno o due al mese di gatti morti. E mesi fa abbiamo salvato quello dei vicini sempre da avvelenamento», rivela alimentando una casistica che in tempi diversi ha riguardato altri punti di Città di Castello. In via della Futa, tanto per citare un precedente, la Polizia Locale aveva affisso cartelli che invitavano all’attenzione i padroni di animali a passeggio. «Togliete le emozioni, l’empatia e la gentilezza ai giovani», il j’accuse di Anna all’indirizzo di chi, vigliaccamente, le ha ammazzato l’amico peloso a quattro zampe. J’accuse rilanciato dai volontari della Guardia Nazionale Ambientale.

Dopo aver parlato di «un vero e proprio incubo che non sembra avere fine», dopo aver messo in guardia da «un pericolo per bambini», il dirigente generale Niccolò Francesconi lancia un appello. Invita «tutti i cittadini ad essere estremamente cauti e vigilanti, evitando di lasciare cibo non controllato in luoghi accessibili agli animali, segnalando tempestivamente qualsiasi comportamento sospetto alle autorità competenti». Non è più tranquilla la situazione nella vicina Umbertide, dove l’anno si è aperto con mezza dozzina di gatti sterminata da bocconi killer tra le eleganti villette di via Amerigo Vespucci. Qualche mese prima, a pochi passi dal Tevere e dal centro storico, era nato il “Condimicio”. Due postazioni in legno dove i randagi trovano un “appartamento” per ripararsi. Progetto pensato e realizzato da Marta Serpolla e Laura Nanni, volontarie della colonia felina come Ilaria Cavalaglio, Rubiana Mattiocco, Rosa Labombarda, Elisa Mariotti, Serena Sonaglia. «Oltre ad occuparci dell’alimentazione e dell’igiene quotidiana, delle cure mediche e delle sterilizzazioni, abbiamo pensato a riqualificare l’area, cercando di restituire dignità ai gatti dopo anni d’incuria che hanno portato al proliferare di tanti abbandoni in special modo di cuccioli e di atti vandalici», aveva spiegato Marta Serpolla. Atti vandalici che hanno continuato a prendere di mira quel posto lungo il fiume con lanci di petardi, probabilmente effettuati da ragazzini. Come hanno reagito le “gattare”? Organizzando una petizione, in quanto permessa dallo statuto comunale, che in poco tempo ha raccolto ben 440 firme per montare telecamere di video sorveglianza con cui difendere le bestiole da comportamenti sconsiderati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA