Arrone, le imprese riducono l'orario di lavoro. Il sidaco Di Gioia: «Interventi mirati subito, altrimenti chiuderanno»

Arrone, le imprese riducono l'orario di lavoro. Il sidaco Di Gioia: «Interventi mirati subito, altrimenti chiuderanno»
di Aurora Provantini
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Domenica 4 Settembre 2022, 15:49

TERNI - Brucia anche la Valnerina. Brucia per la rabbia. Perché le aziende non ce la fanno a tirare avanti senza prendere provvedimenti urgenti. Andrea Bonifazi, ad esempio, ha già stabilito di lavorare solo nei fine settimana. Ha un ristorante storico ad Arrone, a conduzione familiare. Aperto nel 1975. E mai, a parte il periodo sciagurato della pandemia, s’era fermato. Ma il caro energia, adesso, glielo impone. L’importo in bolletta è triplicato: 5.077 euro di energia solo per il mese di luglio. «E non c’è verso di avere un’idea di quanto ci arriverà per il mese di agosto. Avrò fatto almeno cento telefonate al gestore, ma nessuno degli operatori ha saputo darmi una risposta».
E dopo? «Non ne abbiamo idea. La stagione turistica è andata molto bene, abbiamo lavorato tanto e riusciremo a pagare la bolletta, ma non oso immaginare cosa potrà accadere se le cose non dovessero cambiare. Mi spiego: la ristorazione è un mondo meraviglio, almeno per me, che impone comunque di conservare i prodotti alimentari in un ambiente fresco, cioè in celle frigorifere differenti a seconda che si tratti di carni o di verdure. E la corrente serve. Serve per mandare avanti i frigoriferi, le cantinette, la lavastoviglie, l’aria condizionata. E adesso costa cara».
Pensa a come affrontare l’autunno, Bonifazi. A quando dovrà riscaldare i locali. E non dice niente di più di un «vedremo più avanti». Certo è che per lui questo è il periodo peggiore: «La pandemia ci ha isolati, rattristati e ci ha imposto di lavorare in modo nuovo, rispettando distanziamenti e regole per il contenimento dei contagi. Ma adesso la situazione è diversa. E’ puramente contabile. E due più due fa quattro. E se esce quattro e entra due, non va bene».
Anche il sindaco Fabio Di Gioia è preoccupato: «Per l’intera comunità, per famiglie e le imprese». E anche perché lo stesso Comune di Arrone si è visto recapitare bollette triplicate per importo. «Una soluzione va trovata – spiega Di Gioia - e spero che venga studiata in accordo con gli altri Comuni della Valnerina e con la Prefettura di Terni». Per Di Gioia è fondamentale, comunque, dare risposte concrete alle piccole e medie imprese di  cui il territorio è espressione. Guarda al bar centrale di Arrone. Lo indica: «Quante tazzine di caffè dovrebbe fare per riuscire a pagare una bolletta da 2mila euro di corrente?».
Gli risponde la titolare: «Dovrebbe scoppiare la macchina del caffè, per far quadrare i conti».
Laura Sinibaldi ha preso quel locale sei anni fa. «Da principio facevo orario continuato, garantendo una colazione a chi andava a lavorare presto e una sosta a chi arrivava a casa tardi: aperto dalle 6 fino oltre la mezzanotte. Ma da un po' ho ridotto l’orario. Chiudo alle 13 per riaprire alle 16 e poi abbasso le saracinesche alle 23, spegnendo luci e insegne». Anche lei naviga a vista: «Non so cosa faremo, certo non briceremo le bollette, le pagheremo».
Lunedì 5 settembre, invece, tanti commercianti parteciperanno alla mobilitazione organizzata da Confcommercio Umbria, sotto la prefettura di Terni. Ma il falò si farà con una copia delle fatture, perché quegli importi dovranno essere versati. «E noi li pagheremo in una unica soluzione, finché ce faremo, poi si vedrà» - conclude Bonifazi.

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