Ieri sera in tv “Tutto per mio figlio”, Giuseppe Zeno su Rai 1 sfida la camorra

Su Rai 1, è andato in onda ieri “Tutto per mio figlio” il film diretto da Umberto Marino ed interpretato da Giuseppe Zeno, nel ruolo del protagonista Raffaele Acampora. Il lungometraggio racconta della lotta contro la camorra fatta da persone umili. La storia di Raffaele raccoglie tante storie messe insieme, non per forza campane, racconta di piccoli grandi eroi, loro malgrado, che hanno sacrificato la vita in nome della libertà. Il film infatti è dedicato a tutte quelle persone che hanno sacrificato la vita per la legalità.

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Stasera in tv, Tutto su mio figlio su Rai 1

A poche ore dalla fine di Mina Settembre 2, Giuseppe Zeno torna, ma stavolta indossa i panni del protagonista.

Siamo nel 1996 e Raffaele è un allevatore che porta avanti il lavoro che era di suo padre: vende i suoi prodotti nei mercati. Grande lavoratore dedito alla famiglia: Raffaele ha una moglie, Anna, e quattro figli. Una vita di sacrifici che vorrebbe risparmiare ai figli e soprattutto al primogenito Peppino, che a 14 anni frequenta amicizie poco raccomandabili e odia studiare.

Il padre gli sta addosso, lo sprona a evitare l’abbaglio della malavita. E per impedire che questo accada è lo stesso Raffaele che vuole dimostrare come opporsi a quella macchina che stritola lavoratori come lui.

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La trama

Raffaele e i suoi colleghi non ce la fanno più a pagare il pizzo al racket criminale ed è pronto a fare i conti con la camorra. Si ribella e istituisce un sindacato convincendo i lavoratori del settore a iscriversi per non essere più vessati, collabora con la polizia e la magistratura, denuncia e fa nomi. 

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Il cast

Il film è diretto da Umberto Marino e vede nel cast, oltre a Zeno, Antonia Truppo, Tosca D’Aquino, Robert De Francesco, Ernesto Mahieux, Massimiliano Rossi, Nello Mascia e Giuseppe Pirozzi. Questo lavoro si muove nella tradizione del nostro cinema d’impegno civile. Le intenzioni sono quelle di donare umiltà, orgoglio e verità a persone comuni e descrivere il crimine senza spettacolarizzarlo. Ma anche sottolineare che i piccoli e giusti gesti per combattere il male sono vitali per il bene comune e per il futuro delle nuove generazioni.